Intervista al prof. Luca Serra, Neurochirurgo per la chirurgia vertebrale dell’Ospedale Israelitico e Professore di Chirurgia vertebrale oncologica presso l’Università Federico II di Napoli
Roma, 1 dicembre 2020 – Il mal di schiena, già molto diffuso tra gli italiani, è ancora più comune in questo periodo di maggiore sedentarietà dovuto alla pandemia. I disturbi a volte possono essere di lieve entità altre volte, soprattutto quando l’età avanza, celano problemi molto più importanti come piccole fratture. Il motivo può essere l’osteoporosi, un processo di fragilità ossea che colpisce in particolare le donne. In un caso su otto è responsabile di una frattura vertebrale.
Ma in soccorso arrivano metodiche nuove che promettono tempi di recupero brevi grazie anche a successive sessioni di riabilitazione. Si tratta della cifoplastica, un’opzione di trattamento mini-invasivo. Per capire meglio di cosa si tratta e quali sono i tempi di recupero l’agenzia di stampa Dire ha intervistato il prof. Luca Serra, Neurochirurgo per la chirurgia vertebrale dell’Ospedale Israelitico e Professore di Chirurgia vertebrale oncologica presso l’Università Federico II di Napoli.
Il mal di schiena, in epoca di esteso smart working, affligge moltissimi italiani. A volte è un disturbo passeggero, in alcuni casi cela patologie più severe e invalidanti come fratture e problemi legati all’osteoporosi. In soccorso arrivano però nuove metodiche come la cifoplastica: di che cosa si tratta e a chi è rivolta?
“Il mal di schiena è un disturbo che interessa quattro persone su cinque almeno una volta nella vita. In particolare, lo smart working in questo periodo di vita meno dinamica costringe molte persone a confrontarsi con questo disturbo. Tante sono le cause del problema, ma la più importante è certamente l’osteoporosi su cui vale la pena spendere qualche parola. L’OMS infatti ha riconosciuto questa malattia come la terza per costo socioeconomico dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. In particolare si tratta dell’indebolimento del nostro scheletro, condizione che rende molto più facile una frattura.
È una malattia silente che interessa una donna su tre e un uomo su cinque sopra i 50 anni, e una persona su otto di conseguenza riporta una frattura in una parte del corpo in particolare: la colonna vertebrale, il polso e i femori. È importante sempre agire sulla prevenzione, facendo diagnosi e sottoporsi a densitometria o Moc almeno una volta nella vita per intercettare la fragilità ossea. Molto spesso però le persone si rendono conto di essere affette da osteoporosi solo in occasione di una frattura.
La stragrande maggioranza di queste fratture oggi possono essere trattate con un intervento mininvasivo in anestesia locale. Si inietta una resina acrilica nel corpo vertebrale fratturato, nel giro di pochi minuti questa si consolida mettendo in sicurezza la colonna vertebrale e peraltro agendo sul dolore che è la causa invalidante. Inoltre non è necessario alcun tipo di immobilizzazione”.
È necessaria una preparazione specifica? È una procedura opportuna a tutte le età oppure no?
“Questo intervento è indicato solo per le fratture vertebrali ed è adatta quando le terapie conservative e i busti non sono risolutive. L’intervento consiste nell’introduzione di una resina acrilica molto simile al materiale usato per l’otturazione dei denti o il materiale usato per una protesi di anca o di ginocchio la cui polimerizzazione mette in sicurezza l’osso e agisce sul dolore. Le persone che si sottopongono a tale procedura hanno un età più avanzata. Il fatto di mettere in sicurezza la colonna è collegata ad una ripresa molto veloce delle attività quotidiane e sportive”.
Quali sono i tempi di recupero post intervento? Sono consigliate delle sessioni di riabilitazione post intervento?
“Solo dopo un’ora dall’intervento la persona può mettersi in piedi e riprendere una vita normale senza sforzi. È molto importante naturalmente lavorare a stretto contatto con i fisioterapisti e prevedere sedute di riabilitazione post intervento”.
Prima di lasciarci, vuole offrire dei suggerimenti facili da seguire ma utili per preservare la salute della nostra colonna vertebrale?
“I consigli più importanti sono anche quelli più banali ma è bene seguire una corretta educazione quotidiana, fare attività sportiva e mantenere un buon tono dei muscoli posturali, optare per una dieta equilibrata e cercare di evitare ogni forma di sovrappeso. Tutte queste sono le strategie vincenti e che normalmente aiutano la schiena a stare meglio.
Se la nostra schiena gode di buona salute ne ha vantaggio tutta la nostra struttura fisica. Se si avvertono fastidi è bene comunque programmare un accertamento clinico-diagnostico per evitare problemi maggiori. Una volta effettuata la diagnosi attraverso terapie, fisioterapie è possibile bloccare quel circuito vizioso che se trascurate possono provocare dei danni”.
(fonte: Agenzia Dire)