Tutto comincia con quella che sembra essere una normale dieta dimagrante: una ragazza si vede troppo grassa e decide di perdere 2 o 3 chili, ma ben presto i chili perduti diventano 5, 10, 15… e la “mania di magrezza” si fa sempre più ossessiva, implacabile. Fino a rischiare la vita.
All’inizio non sembrava esserci niente di strano, quando, a 16 anni, Maria, una mia compagna di classe, decise di dimagrire, aveva effettivamente un paio di chili di troppo. Scelse una dieta piuttosto rigida, ci si mise d’impegno e in breve tempo dimagrì. Di 11 chili!
Ormai era decisamente troppo magra, ma, secondo lei, c’era ancora molto da fare per raggiungere un “aspetto decente”. Inutile che i suoi si preoccupassero: non se la sentiva proprio di mangiare di più, non aveva appetito. Mangiava solo frutta, verdura scondita e ogni tanto un boccone di carne, era quello l’unico modo per non sentirsi disgustosamente gonfia.
Malgrado il semi-digiuno, faceva una vita molto attiva, andava sempre in palestra e in piscina, spesso giocava a tennis, a scuola continuava ad impegnarsi a fondo, come sempre, tanto da essere decisamente una delle migliori, eppure Maria, in poco tempo, cambiò profondamente.
La ragazzina tranquilla, piacevole, che non aveva mai creato problemi, sparì nel nulla, assieme al suo faccino tondo. Al suo posto c’era una creaturina pelle e ossa, con gli occhi languidi sprofondati nelle occhiaie, e un carattere chiuso, solitario, scontroso. Impossibile dirle qualunque cosa, specialmente implorarla di mangiare di più. Diventò sempre più suscettibile, sempre più irritabile e ostinata. Quello che più sconcertava era che dalla sua spaventosa magrezza Maria traeva soddisfazione, addirittura la difendeva come un bene raro e inestimabile. Lasciò la scuola, era ammalata di una malattia che colpisce prevalentemente ragazze, proprio come lei, ragazze sensibili, alle quali sembra non mancare nulla.
Ed è proprio questa ricerca spasmodica, ossessiva, di una magrezza assoluta la chiave d’accesso allo spaventoso mondo dell’anoressia. Le persone angosciate dal cibo sono aumentate in modo esponenziale. Ma attenzione, la paura di ingrassare rende spesso più vulnerabili e finisce per condizionare negativamente lo stile di vita.
Nasce così l’accanimento con il quale, al di là di ogni logica apparente, molte ragazze (ma anche ragazzi) cercano di inseguire la magrezza più assoluta: ogni chilo perso diventa una vittoria, una conferma che possono riuscire ad ottenere quello che vogliono. E di queste conferme hanno un bisogno continuo e disperato.
L’anoressia è una malattia subdola, è come cadere nel buco di Alice nel Paese delle Meraviglie, sprofondando giù, sempre più giù, per poi finire nel mondo capovolto, dove i magri continuano a vedersi grassi.
Tutto questo, per quanto assurdo, ha una sua logica, ed è proprio questa logica che finisce con l’imprigionare quei corpi, come scrive lo psicologo Roberto Perrotti nel suo articolo “Il corpo in trappola”.