I bambini figli di fumatori hanno più stress ossidativo rispetto ai figli di non fumatori con conseguente alterazione della dilatazione arteriosa. Al Congresso SIAIP (Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica) i risultati di uno studio italiano pubblicato sulla rivista Thorax
Milano, 18 maggio 2018 – Non solo malattie respiratorie, genitori attenti: i figli dei fumatori hanno anche un aumentato rischio cardiovascolare. E non basta fumare sul terrazzo o areare gli ambienti per proteggerli. A essere ‘incriminato’ infatti non è solo il fumo passivo, ma anche quello cosiddetto di “terza mano”, ossia quello – non meno dannoso – originato dai prodotti di combustione sprigionati dalla sigaretta che si deposita sui vestiti, sulle pareti, sui mobili, sugli oggetti e che, a contatto con i gas dell’aria, sprigiona sostanze tossiche che rimangono negli ambienti anche per mesi. Sostanze che vengono inalate o assorbite dall’organismo anche semplicemente attraverso il contatto con la pelle.
A indagare gli effetti del fumo di sigaretta passivo sul sistema cardiovascolare nelle popolazioni ad alto rischio come quella pediatrica è uno studio italiano pubblicato su Thorax, una delle principali riviste di medicina respiratoria al mondo, condotto dai Dipartimenti di Medicina interna e di Pediatria e Neuropsichiatria della Università di Roma “Sapienza”.
I risultati vengono presentati al Congresso della Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) che si è aperto ieri a Milano e in programma sino al 19 maggio.
“Stiamo parlando di effetti a lungo termine – precisa il prof. Lorenzo Loffredo, professore aggregato del Dipartimento di Medicina Interna alla “Sapienza” e primo autore dello studio con Anna Maria Zicari, professoressa aggregata di Pediatria presso l’Università “Sapienza” di Roma – Avere un rischio cardiovascolare aumentato non vuol dire che il figlio di fumatori rischia un infarto, ma che potrebbe avere un rischio aumentato di eventi cardiovascolari in età adulta”, aggiunge.
Implicato lo stress ossidativo
Ma in che modo lo studio ha indagato il rischio cardiovascolare nei bambini? Osservando un aumento dello stress ossidativo e la presenza di disfunzione endoteliale, due condizioni fisiopatologiche che favoriscono la genesi della placca aterosclerotica e di conseguenza aumentano il rischio di complicanze cardiovascolari.
Questo gruppo di ricercatori della Sapienza aveva evidenziato in precedenza chenegli adulti il fumo di sigaretta aumenta lo stress ossidativo, attivando un enzima (NADPH ossidasi) e diminuendo la biodisponibilità di ossido nitrico, che ha una funzione dilatatoria e antiossidante, quindi protegge da aterosclerosi e rischio cardiovascolare.
“Lo studio italiano – spiega Anna Maria Zicari – ha valutato la produzione di ossido nitrico in un gruppo di bambini figli di fumatori e in un gruppo di controllo. I figli di fumatori hanno dimostrato di avere una minore produzione di ossido nitrico e più stress ossidativo rispetto ai figli di non fumatori con conseguente alterazione della dilatazione arteriosa”.
Attenzione all’automobile, è il luogo più a rischio
In Italia, malgrado l’attuazione di leggi che hanno proibito il fumo nei locali pubblici, esistono ancora ambienti in cui fuma, come l’abitazione privata o l’automobile, luogo particolarmente a rischio.
“Studi recenti hanno dimostrato che (a causa della limitatezza dello spazio) le concentrazioni tossiche in automobile possono essere più di venti volte superiori a quelle osservate nell’ambiente domestico – spiega ancora Lorenzo Loffredo – Ciononostante il 65% dei fumatori italiani ha dichiarato in un recente studio di fumare in auto regolarmente; e purtroppo esiste ancora una percentuale di fumatori, pari al 21%, che fuma in auto in presenza dei bambini. La convinzione che abbassare i finestrini serva a evitare rischi cardiovascolari e respiratori si è dimostrata del tutto errata”.
Un danno silente che si renderà evidente quando saranno grandi
“Le malattie cardiovascolari sono in allarmante aumento in tutto il mondo: secondo le stime della Organizzazione Mondiale della Sanità rappresentano quasi il 50% delle malattie non trasmissibili con interessamento di oltre 18 milioni di persone – spiega la Presidente SIAIP Marzia Duse – Una delle missioni principali del pediatra moderno – e dei futuri pediatri- è quella di prevenire le malattie dell’adulto che, ormai sappiamo bene, originano prevalentemente nell’infanzia. La grande importanza di questo nostro studio è di aver messo in evidenza una condizione altamente predisponente allo sviluppo di disturbi cardiovascolari e di averne documentato lo stretto collegamento con l’esposizione a fumo passivo o di terza mano. Questi dati ci danno la forza dell’evidenza per intervenire con misure educazionali, per cercare di correggere gli stili di vita genitoriali e sociali, puntualizzando come semplici misure comportamentali -smettere di fumare – possano incidere positivamente sullo stato di salute dei nostri figli. Il danno che possiamo procurare loro con il nostro fumo è anche e soprattutto ‘nascosto’ e silente, ma ahimè si renderà evidente proprio quando loro saranno grandi e nel pieno della loro attività sociale e lavorativa. Abbiamo il dovere morale di esserne consapevoli”.