Si è appena concluso a Copenhagen il meeting dell’OMS per fare il punto sulla campagna di vaccinazioni nei Paesi UE contro il morbillo e la rosolia congenita. Ma i dati italiani risultano ancora incompleti: per questo l’OMS ha chiesto un incontro urgente in Italia con il Ministro della Salute a marzo. Gli esperti WAidid, l’Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici avvertono: vaccinate i bambini, solo così queste malattie potranno essere eliminate
Milano, 2 febbraio 2015 – Il 2015 è la data ultima fissata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per eliminare morbillo e rosolia nella Regione europea ma la situazione desta ancora preoccupazione: negli ultimi 4 anni sono stati registrati oltre 100 mila casi di morbillo e circa 90 mila di rosolia.
A denunciarlo sono i vertici della Commissione OMS (WHO European Regional Verification Committee) riunita insieme al gruppo ETAGE (European Technical Advisory Group of Experts on Immunization) nei giorni scorsi a Copenhagen per fare il punto sullo stato attuale dei programmi di prevenzione di morbillo e rosolia in Europa.
“Grandi progressi nella ricerca scientifica sono stati ottenuti negli ultimi vent’anni eppure eliminare il morbillo non è certamente cosa semplice – osserva la Prof.ssa Susanna Esposito, Presidente della Commissione OMS per l’eliminazione di morbillo e rosolia congenita e Presidente WAidid – è una malattia estremamente contagiosa e per interromperne la trasmissione sono necessarie coperture vaccinali molto elevate con due dosi di vaccino. Come emerso dallo scorso meeting di Copenhagen, il morbillo e la rosolia sono malattie ancora pericolose e nel nostro Paese vengono registrati ogni anno numerosi casi di malattia a causa delle coperture vaccinali inadeguate. Per raggiungere davvero gli obiettivi indicati dall’OMS è fondamentale il coinvolgimento della classe politica italiana e purtroppo ad oggi i dati definitivi del report italiano, nonostante ripetuti solleciti, non sono neanche stati inviati e quelli disponibili risultano incompleti”.
Secondo i dati dell’ISS, in Italia nel mese di ottobre 2014, sono stati segnalati 47 casi di morbillo, portando a 1620 i casi segnalati dall’inizio dell’anno con un’incidenza maggiore in Liguria con 12,4 casi per 100.000 abitanti, seguita dal Piemonte, dalla Sardegna e dall’Emilia-Romagna. Tra questi, più della metà (58,3%) aveva un’età compresa tra 15 e 39 anni: l’85,1% era non vaccinato e il 6,7% aveva effettuato una sola dose di vaccino. Un caso su quattro (25,7%), infine, ha riportato almeno una complicanza, tra cui 82 casi di polmonite. Per quanto riguarda la rosolia, nel mese di ottobre 2014 sono stati segnalati 2 casi, portando a 19 il totale delle segnalazioni dall’inizio dell’anno.
“Nel nostro Paese – prosegue Susanna Esposito – le coperture vaccinali sulla 1 dose si attestano intorno al 90% a fronte dell’obiettivo minimo del 95%, mentre quelle sulla seconda dose (introdotta nel 2005) non sono disponibili per tutto il Paese e nelle Regioni dove i dati sono stati raccolti risultano ben inferiori agli standard richiesti (meno dell’85% rispetto all’obiettivo del 95% anche per la seconda dose). In Italia, quindi, gli obiettivi di copertura vaccinale necessari per l’eliminazione del morbillo e della rosolia congenita non sono stati ancora raggiunti”.
Ogni Paese che ha aderito al Piano di Prevenzione (53 Paesi, tra quelli all’interno dell’UE e nel resto del mondo) dovrà, infatti, dimostrare un livello di copertura vaccinale pari o maggiore del 95 per cento tenendo presente che morbillo e rosolia potranno considerarsi malattie debellate solo quando si constaterà la completa scomparsa di casi per almeno 36 mesi dall’ultimo caso conosciuto.
A livello europeo, i dati dell’ISS evidenziano che tra ottobre 2013 e settembre 2014, 30 Paesi dell’Unione europea (Ue) e dello Spazio economico europeo (See) hanno segnalato 4735 casi di morbillo di cui il 70,3% proviene da: Italia (2060; 34,5 casi per milione di abitanti), Paesi Bassi (895; 53,3 casi/milione) e Germania (375; 4,6 casi/milione). La fascia di età con maggiore incidenza è rappresentata da bambini sotto un anno di vita (43,3 casi/milione), seguita da bambini tra 1 e 4 anni (33,4 casi/milione) e adolescenti tra 15 e 19 anni (21,4 casi/milione). Lo stato vaccinale è noto per il 92,2% dei casi; di questi l’85,1% dei casi si è verificato in persone non vaccinate e il 9,2% in persone vaccinate con una sola dose. È stato riportato 1 decesso e 5 casi complicati da encefalite acuta. Riguardo la rosolia, i dati raccolti in 28 Paesi dell’Ue e del See, indicano che tra ottobre 2013 e settembre 2014, sono stati segnalati 6996 casi, il 97,3% dei quali è stato notificato dalla Polonia (6805 casi, 176,6 casi/milione di abitanti).
fonte: ufficio stampa