Roma, 28 novembre 2019 – “L’Italia della Sanità è una nazione spaccata in due. Il rapporto della Fondazione Gimbe sui LEA dal 2010 al 2017 non fa che certificare quanto la nostra Organizzazione Sindacale denuncia ormai da tempo”. Lo dichiara, in una nota, il segretario nazionale UGL Sanità, Gianluca Giuliano, commentando i dati della Fondazione Gimbe sui LEA relativi agli anni dal 2010 al 2017. “Il rischio di ritrovarsi con una sanità a due velocità è sempre stato molto alto, oggi però arriva la certificazione dei numeri”.
“Non sorprende infatti che dal rapporto della Fondazione Gimbe emergano grandi differenze tra la Sanità del Nord e quella del Sud, con regioni che superano il 90% degli adempimenti regionali e altre che si attestano al 50%. Questa forbice ci restituisce un dato preoccupante: un quarto delle risorse messe a disposizione dallo Stato non si trasforma in alcun tipo di servizio per i cittadini. Se poi analizziamo la situazione del Centro Sud, le risorse che non producono alcun servizio diventano quasi la metà”.
“Questo si traduce in una discriminazione territoriale per i cittadini di alcune regioni che si trovano a dover ricorrere ai viaggi della speranza per curarsi altrove. Di questa situazione ovviamente non possono essere ritenuti responsabili le lavoratrici e i lavoratori del comparto che anzi sono l’ultima e più preziosa risorsa per restituire ai cittadini servizi di qualità e in quanto tali andrebbero aiutati e sostenuti con una maggiore attenzione e un maggior dispiego di risorse”.
“Sbloccare il turnover e ricominciare ad assumere, sopratutto nelle regioni più in difficoltà, resta l’unica strada percorribile per tornare a chiudere quella forbice descritta dai livelli essenziali di assistenza, strumento sul quale andrebbe aperta una parentesi e che, ad oggi, non sembra più in grado di descrivere in maniera esaustiva la complessità del sistema sanità italiano”, conclude Giuliano.