Bologna, 8 febbraio 2023 – Sensori indossabili per identificare pazienti a rischio, gemelli digitali per gestire osteoporosi e artrosi, analisi del rischio di frattura in pazienti con tumori ossei, stampa 3D personalizzata per il riallineamento del ginocchio, e prevenzione delle ulcere nei pazienti con piede diabetico: sono i temi su cui l’Istituto Ortopedico Rizzoli lavorerà per quattro anni nell’ambito del progetto DARE, presentato dall’Università di Bologna che ne è coordinatore e finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con i fondi nazionali del Piano Nazionale Complementare al PNRR.
Obiettivo di DARE è sviluppare servizi digitali da applicare in ambito di prevenzione sanitaria, integrando quindi nei programmi di cura diverse tecnologie digitali, quali le immagini diagnostiche, l’Intelligenza Artificiale, i Big Data e i supercalcolatori. I nuovi servizi digitali realizzati nell’ambito del progetto puntano alla prevenzione e alla promozione della salute e della sicurezza sanitaria per tutto il Paese.
“Il Rizzoli guida 6 progetti per un valore di 4,2 milioni di euro – spiega l’ing. Alberto Leardini, direttore del laboratorio di analisi del movimento e valutazione funzionale protesi, che dei progetti di prevenzione secondaria e terziaria di DARE è uno dei tre ricercatori principali (principal investigator nel linguaggio scientifico) nazionali e referente istituzionale – Il tratto distintivo dell’impegno del Rizzoli in questa imponente iniziativa scientifica è la raccolta e l’utilizzo di dati per prevedere e prevenire rischi di salute in ambito ortopedico”.
“Uno dei progetti, ad esempio, intende realizzare e testare dei sensori indossabili, semplici e poco costosi, che diffusi nei centri specialistici sul territorio nazionale permettono di raccogliere dati per effettuare valutazioni di mobilità identificando così i pazienti a rischio in fase precoce, tutto questo con strumenti di facile utilizzo che possono essere messi a disposizione delle strutture sanitarie in maniera capillare, rendendo così il primo controllo il più possibile vicino al paziente”, prosegue Leardini.
Al prof. Marco Viceconti, direttore del laboratorio di tecnologia medica del Rizzoli, è affidato come principale ricercatore il coordinamento delle attività del progetto DARE sulla implementazione dei servizi tecnologici quali le infrastrutture e i supersoftware; sono questi gli strumenti alla base dell’analisi dei dati che consente la prevenzione personalizzata: su misura del singolo individuo ma disponibile per milioni di persone nella visione del progetto.
“Il progetto DARE mette in luce il ruolo del Rizzoli come IRCCS, Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, di riferimento per le prospettive più innovative della medicina personalizzata – commenta la direttrice scientifica del Rizzoli Milena Fini – Lavoriamo ogni giorno in clinica e in laboratorio per migliorare la qualità delle cure che riusciamo a offrire ai pazienti e questa è un’occasione straordinaria per esprimere il potenziale dei nostri team di ricerca”.