L’intelligenza artificiale rivoluziona i trapianti. Progetto innovativo a Torino
Torino, 9 aprile 2025 – È stato presentato oggi a Torino il primo progetto di ricerca italiano che promette di trasformare concretamente il mondo dei trapianti grazie all’intelligenza artificiale. L’obiettivo è costruire uno strumento basato sull’AI (artificial intelligence) che consenta ai medici di lavorare in maniera sempre più veloce, precisa ed efficiente nei trapianti di organi, e di salvare ancora più vite.
Identificare nei tempi più rapidi e con la massima precisione possibile la compatibilità fra un organo e chi ha bisogno di trapianto (il cosiddetto matching donatore-ricevente), consentire la conservazione ottimale di un organo da trapiantare, avere personale altamente formato per gestire la filiera dalla donazione al trapianto in maniera sempre più puntuale e veloce.
Questi sono aspetti cruciali per chi è in attesa di un trapianto, e richiedono competenze e strumenti sulle quali l’Italia e Torino sono già centri di eccellenza, ma che oggi possono essere ulteriormente perfezionati grazie all’intelligenza artificiale.
È proprio in questi ambiti che lavora il progetto promosso da Fondazione Donazione Organi e Trapianti (DOT) onlus e avviato dal Politecnico di Torino, che è stato illustrato oggi in vista della Giornata Nazionale dedicata alla donazione e al trapianto di organi, prevista per l’11 aprile. Con l’iniziativa, la Fondazione DOT dimostra ancora una volta il suo impegno nel sostenere la ricerca per migliorare concretamente la vita delle persone, investendo nell’innovazione e nel futuro della medicina.
“Il campo della trapiantologia sta vivendo una fase cruciale grazie all’intelligenza artificiale – afferma Mauro Rinaldi, Presidente di Fondazione DOT e Direttore Centro Trapianti di Cuore e Polmone delle Molinette, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino – Fino a pochi anni fa si operava secondo standard rimasti invariati per cinquant’anni, in termini di valutazione del paziente e dell’organo, per il matching fra donatore e ricevente, per il trasporto dell’organo e la diagnosi del rischio di rigetto. Ora tutto sta cambiando con grande velocità anche in medicina, e alla base di questo boom tecnologico c’è proprio l’AI: basti pensare che già oggi una voce registrata può essere utilizzata per diagnosticare uno scompenso cardiaco analizzando con l’AI una quantità enorme di parametri complessi a una velocità elevatissima. I risvolti etici di tale sviluppo sono di grandissima importanza, così come il problema della sostenibilità: queste tecnologie sono molto costose sia in termini economici che energetici, quindi vanno utilizzate con grande cautela. Ma la strada per il futuro è in larga parte già tracciata”.
AI per i trapianti: il progetto del Politecnico di Torino
Il nuovo progetto multidisciplinare promosso da Fondazione DOT è guidato dalla prof.ssa Cristina Bignardi, consigliera della Fondazione e Professoressa Ordinaria del Politecnico di Torino. Il progetto sfrutta l’eccellenza del sistema sanitario piemontese e l’esperienza del Politecnico di Torino per creare soluzioni tecnologiche applicabili a livello globale. Il primo passo concreto di questa iniziativa è stato l’apertura di una posizione nel corso di dottorato interateneo in Bioingegneria e Scienze medico-Chirurgiche, interamente dedicato al progetto.
La ricerca combina competenze mediche e bioingegneristiche per sviluppare modelli predittivi e strumenti avanzati basati sull’intelligenza artificiale.
Tre le aree chiave di intervento:
- matching donatore-ricevente, uno degli aspetti più critici nei trapianti di organi. Tradizionalmente, la ricerca del donatore più compatibile con il ricevente si basa su fattori come il gruppo sanguigno, la compatibilità tissutale e l’urgenza clinica. Con l’aiuto dell’AI, è possibile analizzare un numero molto maggiore di variabili, tra cui parametri genetici complessi e dati storici sulle risposte del corpo ai trapianti precedenti. Attraverso il confronto istantaneo tra i dati di potenziali riceventi e le caratteristiche dell’organo disponibile, un sistema basato su AI può aiutare i medici a determinare il miglior candidato in tempi rapidissimi, riducendo il rischio che un organo vada perso e aumentando le possibilità di successo del trapianto;
- miglioramento delle tecniche di conservazione e trasporto degli organi: grazie all’intelligenza artificiale, il progetto punta ad ottimizzare le procedure di perfusione e monitoraggio e minimizzare i tempi di attesa;
- formazione e ricerca: l’uso dell’AI richiede anche una formazione specifica e nuove competenze. Una parte della ricerca del Politecnico è dedicata a creare moduli e strumenti di formazione per medici e ingegneri, necessari per affrontare le sfide future del settore.
Marco Deriu, Professore Ordinario del Politecnico di Torino esperto in biomeccanica e tutor del progetto, sottolinea: “Questo progetto è un passo avanti nell’uso dei dati e delle simulazioni, necessari non solo per il trapianto stesso ma per tutto il processo decisionale che porta all’intervento. Creare strumenti concreti, come i gemelli digitali degli organi, è uno degli obiettivi a cui lavoriamo in questo senso: queste versioni virtuali degli organi, create grazie alla ricostruzione e all’analisi di tantissime variabili, consentono di riconoscere informazioni fondamentali che all’occhio umano e agli strumenti attualmente in uso potrebbero sfuggire. Questo lavoro non serve solo a migliorare i trapianti oggi, ma anche a creare un’eredità di conoscenze per il futuro”.
Medicina e AI, una combinazione vincente
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nei trapianti rappresenta solo uno degli esempi di come questa tecnologia possa trasformare il settore della medicina.Il primo ambito in cui l’AI sta trovando rapidamente applicazione è la radiologia, seguita dalla cardiologia, sia nelle fasi di diagnosi e prognosi che per la pianificazione degli interventi. C’è poi tutto il settore della chirurgia robotica implementata con AI: oggi sono pochissimi gli interventi eseguiti in Italia con questa metodologia, limitatamente ad urologia e chirurgia generale e non in completa autonomia, ma il futuro potrebbe essere molto diverso.
Con il continuo progresso dell’AI e l’accesso a quantità sempre maggiori di dati clinici, infatti, possiamo aspettarci miglioramenti ancora più significativi, come strumenti di diagnosi precoce ancora più precisi e sistemi di assistenza decisionale basati su AI che aiuteranno i medici nella scelta delle migliori terapie personalizzate. Sebbene l’AI non possa sostituire l’esperienza e la competenza dei professionisti della salute, il suo supporto diventerà sempre più indispensabile per garantire cure più efficaci e tempestive ai pazienti che ne hanno bisogno.