Roma, 7 aprile 2022 – L’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico con circa 90mila decessi prematuri/anno, e gli effetti diretti dell’inquinamento sulla salute umana interessano diversi apparati ed organi: le patologie dell’apparato cardiovascolare rappresentano la prima causa di morte (Eventi coronarici e Infarto Miocardico Acuto, 9.000 casi/anno – Ictus cerebrali, 12.000 casi/anno), seguiti dalle patologie dell’apparato respiratorio (7.000 decessi prematuri/anno). Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale (SIMA) alla vigilia della Giornata Mondiale della Salute, chiedendo di accelerare su transizione energetica e politiche “plastic free”.
Gli effetti indiretti dell’inquinamento portano fino al +14% di aumento di incidenza per tutti i tumori nei siti inquinati (Mesoteliomi, 1.900 casi/anno da esposizione ad amianto – Tumori testicolari, +36% d’incidenza nei siti inquinati – Leucemie, +66% d’incidenza nei siti inquinati – Linfomi, +50% d’incidenza nei siti inquinati – Sarcomi dei tessuti molli, +62% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori polmonari, +29% d’incidenza nei siti inquinati – Tumori vescicali o renali, +32% nei siti inquinati – Tumori della mammella, +50% d’incidenza nei siti inquinati).
“È imprescindibile e non più rimandabile agire in fretta e sinergicamente con l’Europa per ridurre drasticamente le principali sorgenti emissive dell’inquinamento atmosferico attraverso una transizione energetica rinnovabile che abbandoni quanto prima l’uso di combustibili fossili”, afferma il presidente Sima, Alessandro Miani.
“Serve poi continuare sulla politica plastic free aggiungendo incentivi per un più veloce cambio di paradigma nel confezionamento degli alimenti e nella sostituzione di materiali plastici con prodotti e fibre di origine naturale anche nella cosmesi e nell’abbigliamento, mettere al centro la qualità della vita delle persone nei luoghi indoor di vita, svago e lavoro, monitorando i parametri ambientali di temperatura, umidità, CO2 e investendo in dispositivi di mitigazione del rischio (purificatori d’aria), seguire stili di vita sani che ci portino a trascorrere più tempo a contatto con la natura, scegliere come regime alimentare la Dieta Mediterranea che rispetta la stagionalità delle produzioni e ha un impatto ambientale del 60% inferiore rispetto a diete di tipo nordamericano o nordeuropeo”, conclude Miani.