Milano, 2 luglio 2018 – Celebrare il ricordo di una persona puntando all’ambizioso obiettivo di salvarne altre: una scelta vitale e positiva, è quella che hanno intrapreso la famiglia e gli amici di Antonio Candidi, un ragazzo di Lariano scomparso nel 2017 a causa di un linfoma non-Hodgkin.
Attraverso una iniziativa conviviale e un torneo sportivo, che si è svolto il 17 giugno, si è scelto di andare oltre il semplice omaggio alla memoria di Antonio, ed è stata attivata una raccolta fondi da destinare alla Fondazione Italiana Linfomi: unendo le offerte ricevute da amici e parenti in onore di Antonio lo scorso anno e in occasione di questo primo Memorial, sono stati raggiunti complessivamente 9.000 euro.
Grazie alla generosità di tutti loro e al contributo della famiglia di un’altra paziente, Daniela Marinoni, che ha donato lo scorso anno 1.000 euro per la ricerca sui Linfomi T, la FIL sosterrà un nuovo Progetto di ricerca su questa malattia con 10.000 euro.
Il Progetto sarà sul “Confronto tra espressione Immunoistochimica e Genica delle vie metaboliche di BCL-2, CD38, PD1 e PD1-L mediante piattaforma NanoString in pazienti con Linfoma T Periferico Nodali”.
In pratica la ricerca avrà l’obiettivo di confrontare due diverse tecniche per l’analisi dei marcatori genetici, in modo da verificare la correlazione nei singoli pazienti tra la risposta ai cosiddetti “farmaci bersaglio” e il livello di espressione dell’RNA messaggero (mRNA), che codifica e porta informazioni durante la trascrizione dal DNA ai siti della sintesi proteica.
Questo approccio di ricerca potrebbe fornire importanti indicazioni sull’uso dei farmaci e sulla migliore gestione del paziente, in un’ottica di medicina personalizzata che massimizzi l’efficacia delle terapie.
Il Progetto è già stato presentato alla Commissione Scientifica Linfomi T della Fondazione Italiana Linfomi, che lo ha subito approvato. Lo studio è frutto di una proposta del prof. Francesco Zaja, Responsabile dell’Ematologia dell’Azienda sanitaria-universitaria integrata Trieste (ASUITS), e del prof. Stefano Pileri, docente di Anatomia Patologica all’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, e Direttore dell’Unità di Diagnosi Emolinfopatologia all’Istituto Europeo di Oncologia a Milano.