Liberalizzazione farmaci fascia C. Ruggiero, Libere Parafarmacie Italiane, risponde al ministro Lorenzin

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Dott. Ivan Giuseppe Ruggiero

Napoli, 8 febbraio 2016 – A proposito delle ultime dichiarazioni del ministro Lorenzin, contro le liberalizzazioni dei farmaci di fascia C, il dott. Ivan Giuseppe Ruggiero, Presidente Libere Parafarmacie Italiane, risponde “punto per punto”.

Lorenzin: “Non si tratta di liberalizzarli, si tratta di venderli nei supermercati”.

Ruggiero: “Su questo passaggio, è stato più volte spiegato che nei supermercati, o meglio nella grande distribuzione, come recita il decreto Bersani, quindi ritengo già fuori luogo ed errata la parola supermercato utilizzata dal Ministro, vige la presenza di un farmacista abilitato alla professione che è garante della distribuzione del farmaco. Più volte siamo costretti a leggere dichiarazioni che fanno del luogo Farmacia una garanzia e, per carità, lo sarà pure, ma più volte abbiamo anche visto, come le ultime denunce di Striscia la Notizia, figure diverse dal farmacista dispensare farmaci ai cittadini. A dimostrazione che, anche se ci si trova in una farmacia, non può operare una figura diversa dal farmacista. Terminando, è quindi il farmacista e non il luogo che tutela la salute pubblica del Cittadino e fa da Garante”.

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On. Beatrice Lorenzin

Lorenzin: “La divisione in farmaci da banco e farmaci con ricetta significa che alcuni prodotti hanno la necessità di essere erogati con ricetta e di avere un controllo da parte delle farmacia. Tra i farmaci in fascia C con ricetta ci sono gli psicofarmaci”.

Ruggiero: “I farmaci di fascia C, sono soggetti a prescrizione da parte del medico e quindi a una risposta ‘anelastica’, il medico prescrive e il farmacista dispensa, impedendo i rischi per la salute del cittadino. Il ministro Lorenzin, dimentica che i titolari di parafarmacia sono farmacisti, e quindi se in farmacia dispensano i farmaci di fascia C e gli psicofarmaci, non vedo come non possano farlo nelle proprie Parafarmacie”.

Lorenzin: “Fatta in questo modo è fare una cortesia alla grande distribuzione. E tutto questo non ha nulla a che fare con la liberalizzazione. Ma molto ha a che fare con il commercio, che è una cosa molto diversa rispetto alla tutela e alla distribuzione del farmaco che, non a caso, è un istituto che viene gestito ad hoc e in modo specifico”.

Ruggiero: “Non c’entra il commercio, sia perché i farmaci di fascia C sono soggetti a essere dispensati dietro la ricetta del medico, quindi non si può fare commercio su questi farmaci, sia perché non è una manovra commerciale in quanto il Ministro dimentica che si sta discutendo al Senato nel Ddl concorrenza di ingresso dei capitali, quindi se al supermercato, o alla “grande distribuzione”, interessasse fare manovre commerciali, avrebbe potuto tranquillamente farlo acquisendo direttamente le Farmacie. Manovra commerciale, questa, dovuta dal Ministro e dal suo Governo, molto azzardata che andrà a creare oligopoli”.

Lorenzin: “È il motivo per cui non si può fare una riforma della distribuzione del farmaco in Italia, che si tiene con tanti tasselli, in un modo semplicistico, superficiale e fatto con l’accetta”.

Ruggiero: “Lorenzin chiama il Ddl concorrenza e tutto quello che ruota dietro, un modo semplicistico di fare le leggi. Dietro al Ddl concorrenza il Ministro dimentica che c’è tanto lavoro, da parte di tutti gli attori della filiera del farmaco, dove ci sono ad esempio audizioni con le varie sigle di categoria e non solo, associazioni dei consumatori, Antitrust, Assofarm, per citarne alcune. Tutti meccanismi importanti che spiegano in dettaglio la valenza delle liberalizzazioni. Il Ministro dice che bisogna farlo ai giusti tavoli, ma quali tavoli se non quelli che si stanno vedendo e costruendo in questo periodo proprio attraverso il Ddl concorrenza? Spero che non si confonda con tavoli della Federfarma, eliminando tutti gli altri attori della filiera e magari eliminando anche il Ddl concorrenza, mezzo attraverso il quale si esaminano gli emendamenti che saranno tramutati in legge attraverso, prima la Camera e poi il Senato”.

“Alla luce di quanto espresso sopra, mi sembra evidente che nelle dichiarazioni del Ministro ci sia tanta confusione e per questo le consiglio di sedersi qualche volta ai tavoli giusti e cioè dove il confronto arriva da tutta la filiera del farmaco e non solo da una parte della stessa, e magari che faccia parte solo e unicamente di quella che difende gli interessi dei titolari di farmacia”, conclude il dott. Ruggiero.

fonte: ufficio stampa

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