La ricerca, svolta in collaborazione con il CNR e l’Università di Palermo, si è avvalsa di una tecnologia d’avanguardia supportata da analisi bioinformatica e ha prodotto un modello di patogenesi della leucemia che identifica potenziali bersagli per la terapia
Palermo, 13 luglio 2015 – Coinvolge ogni anno in Italia circa 2.500 persone di tutte le età anche se è più frequente negli anziani. È la Leucemia Mieloide Acuta, neoplasia delle cellule staminali emopoietiche che si sviluppa a partire dal midollo osseo, con numerose e diverse anomalie genetiche.
Adesso, per questa malattia, che non ha sintomi specifici ma si presenta con astenia, stanchezza, febbre, sudorazioni notturne e dolori articolari, si chiariscono alcuni meccanismi di insorgenza che potrebbero aprire nuove prospettive terapeutiche. Questo grazie ad uno studio scientifico pubblicato in questi giorni sulla prestigiosa rivista internazionale Leukemia Research e condotto all’Azienda Ospedaliera Villa-Sofia Cervello di Palermo dalla equipe della dott.ssa Alessandra Santoro, responsabile del Laboratorio di Diagnostica Integrata di Oncoematologia e Manipolazione Cellulare, presso la Divisione di Ematologia con UTMO diretta dal dott. Francesco Fabbiano.
Lo studio è stato realizzato grazie ad un progetto di ricerca finanziato dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e al contributo dell’Associazione Italiana contro le Leucemie (AIL) –Sezione di Palermo. Sono stati inseriti nello studio 100 pazienti provenienti da tutto il territorio regionale grazie al coordinamento dei centri Siciliani di Ematologia. La ricerca, svolta in collaborazione con il CNR e l’Università di Palermo, si è avvalsa di una tecnologia d’avanguardia supportata da analisi bioinformatica e ha prodotto un modello di patogenesi della leucemia che identifica potenziali bersagli per la terapia.
Lo studio dimostra che nelle leucemie ad alto rischio si ritrova la elevata presenza di una piccola molecola di RNA, il microRNA “miR-155”, che contribuisce al blocco maturativo delle cellule leucemiche e quindi all’insorgenza della neoplasia. Questi risultati aprono alla possibilità di agire sulla malattia bloccando l’azione dei microRNA con farmaci molecolari specifici che sono la nuova frontiera della medicina moderna in quanto hanno una efficace azione specifica con ridotti effetti collaterali.
“Siamo di fronte – sottolineano i Direttori Generali e Sanitario Gervasio Venuti e Giovanni Bavetta – ad uno studio dal grande valore medico-scientifico che conferma l’importanza e la qualità della ricerca condotta presso l’Ematologia-Utmo del Presidio Ospedaliero Cervello”.
fonte: ufficio stampa