Dichiarazione del Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise
Roma, 17 dicembre 2015 – Con una conferenza stampa convocata, in modo irrituale e irriguardoso verso i medici e le loro rappresentanze sindacali, nel giorno dello sciopero nazionale e nelle ore di svolgimento di un sit in con la partecipazione dei segretari nazionali, il Ministro della salute ha ieri illustrato la sua verità rispetto ai provvedimenti di interesse sanitario inseriti nella legge di stabilità. Con tutta evidenza, si tratta di una mezza verità, che sorvola sulle questioni che hanno costretto allo sciopero i medici, vale a dire il patrimonio professionale affidato al Ministro della salute, di cui dovrebbe sentirsi responsabile.
La legge di stabilità 2016 proroga di fatto un blocco contrattuale che dura da 7 anni, alla faccia della corte costituzionale, svende la rete ospedaliera all’università, piegando gli ordinamenti istituzionali agli umori di qualche governatore regionale, sia pure, grazie alla denuncia dell’Anaao limitata alle “sole” Regioni speciali, continua a sottrarre dalle tasche di medici e dirigenti sanitari risorse economiche necessarie per premiare merito e produttività, pari a cento milioni all’anno. E rimane non esplicitata una idea di sanità pubblica che ne garantisca la sostenibilità, non solo economica, valorizzandone le risorse umane.
Uno sciopero quale non si vedeva da 10 anni, e quelli che verranno, sono stati archiviati al campo delle riflessioni, magari prima di addormentarsi. E ci si ostina a non vedere che i Livelli assistenziali, i nuovi come i vecchi, rimarranno eventuali per gran parte del Paese in assenza di risorse umane in grado di assicurarli. Il Ministro continua a vantare future assunzioni, il numero 6.000 divenuto un mantra come quello dei 14 miliardi di medicina difensiva e di 30 miliardi di sprechi recuperabili, prevedendo con la palla di vetro, gli eventuali, ed improbabili, risparmi provenienti da fonti buone per tutti gli usi. Un effetto cosmetico, con il quale si creeranno altre sacche di precariato, una giravolta alla quale si è vista costretta dalle nostre pressioni.
Ministro, Governo e medici vivono in universi che sembrano distinti e ormai distanti. Sappiano però che non operano nel nostro nome nella demolizione di un servizio sanitario pubblico e nazionale che ha bisogno di colpire noi per intimidire i cittadini. Siamo solo all’inizio di giochi ancora aperti.
fonte: ufficio stampa