Roma, 12 dicembre 2022 – “L’attuale legge di Bilancio è una misura che provoca un salto all’indietro per i medici e i sanitari a causa della forte riduzione delle risorse per la sanità”, così Ludovico Abbaticchio, Presidente Nazionale Sindacato Medici Italiani.
“Le misure collegate, come le Case di Comunità, non possono essere una risposta alla crisi della medicina generale, perché così come previste rischiano di diventare strutture fisiche ma senza personale al loro interno. Si corre il pericolo di avere, ancora una volta, cattedrali nel deserto anche a causa della carenza di medici, che sono sempre meno, in rapporto alla popolazione. I medici di medicina generale che attualmente operano nel nostro Paese, non riescono di soddisfare al meglio il bisogno di salute che arriva dai cittadini perché su di loro pesa un’eccessiva burocrazia che impedisce di dedicare più tempo alla cura dei pazienti”.
“I giovani non sono più attratti dalla professione medica per le basse retribuzioni e le difficoltà di un sistema formativo. La formazione per i giovani medici deve avere dei criteri uniformi in tutta Italia e non può essere affidata più su base regionale e agli ordini professionali, ma deve essere indipendente. Riteniamo non più rinviabile, l’istituzione di una scuola di specializzazione di medicina generale che possa produrre una stretta connessione tra il mondo universitario e il territorio”.
“La scuola di specializzazione può rappresentare l’opportunità di riqualificazione, di ridefinizione di obiettivi formativi e di adeguamento degli standard qualitativi di tutti i poli formativi italiani, come avviene nella gran parte degli altri Paesi Europei. Solo così si potranno azzerare le differenze nella formazione medica post-laurea e creare un canale formativo unico e di qualità per tutti i giovani medici”.
“Per queste ragioni svilupperemo nei prossimi giorni tutte le iniziative sindacali di lotta e di proposta affinché la legge di Bilancio accolga le richieste dei medici. Solo in questo modo riusciremo anche a rafforzare e a rinnovare il ruolo delle rappresentanze sindacali e indicare agli ordini professionali, che a volte trascendono dalle loro funzioni, il ruolo di garanzia” conclude Abbaticchio.