Roma, 5 novembre 2024 – In un contesto esplosivo per il futuro della sanità pubblica e del personale del nostro SSN il ministro Schillaci non vuol “litigare con i medici”, dichiarandosi pronto a far commutare l’aumento dell’indennità di specificità medica previsto nella legge di bilancio in una sua defiscalizzazione, come se le lamentele al riguardo gli fossero arrivate da tutte le categorie professionali interessate dal provvedimento e non invece soltanto da una parte delle loro rappresentanze sindacali.
In realtà il motivo per non essere contenti della legge di bilancio non è affatto questo, dato che pur se economicamente insufficiente tale provvedimento è corretto nel metodo. Infatti, “i Medici, Veterinari, Farmacisti, Psicologi, Biologi, Fisici, Chimici e Dirigenti delle Professioni Sanitariedel SSN preferiscono decisamente il finanziamento in aumento dell’indennità di specificità anziché la sua defiscalizzazione”.
A darne conferma al Governo è l’Intersindacale dei Dirigenti medici, veterinari e sanitari, composta da AAROI-EMAC, FASSID, FP CGIL Medici e Dirigenti SSN, FVM e UIL FPL Medici e Veterinari, in riferimento al dietrofront preannunciato sul tema dal Ministro Schillaci e dal presidente della X Commissione Sen. Zaffini.
“L’aumento dell’indennità che il Governo ha inserito nella Legge di Bilancio favorisce gli incrementi diretti nelle buste paga e della massa salariale” sottolinea l’Intersindacale, precisando: “Il problema della bozza della Legge di bilancio non è aver scelto la strada del finanziamento dell’indennità invece della defiscalizzazione, ma il fatto che questo aumento è ridicolo per il 2025 e sostanzialmente rimandato al 2026, con una penalizzazione per i dirigenti sanitari che la defiscalizzazione aggraverebbe oltremodo. Noi invece chiediamo di correggere il provvedimento mettendo solo più risorse da erogarsi dal 2025 e distribuite più equamente”.
Ma per l’Intersindacale le più rilevanti ragioni di insoddisfazione, anzi di estrema preoccupazione, sono molto diverse, molte di più e molto più gravi.
“Per salvare il SSN serve ben altro, non sono sufficienti gli interventi sulle buste paga, serve potenziare i servizi a partire dalla prevenzione, investire sui contratti di lavoro e sul trattamento degli specializzandi, ma soprattutto un piano straordinario di assunzioni senza il quale non si possono migliorare le condizioni di lavoro per rendere attrattivi i servizi, i professionisti vogliono soprattutto lavorare bene per migliorare la qualità delle cure” aggiunge l’Intersindacale, che per questi motivi, stante l’assenza nella manovra di apprezzabili interventi nel merito, ha avviato la mobilitazione unitaria di tutte le categorie professionali che riunisce.
La mobilitazione promossa dall’Intersindacale, che avvia iniziative unitarie per arrivare il 13 novembre alla conferenza unitaria degli esecutivi nazionali e regionali di tutti sindacati che ne fanno parte, si articolerà in un programma di azioni di protesta diffuso su tutto il territorio nazionale per coinvolgere i professionisti delle categorie che essa rappresenta nella condivisione dei veri motivi di insoddisfazione per questa manovra di bilancio, con l’obiettivo unitario di un vero e urgente cambio di rotta nelle politiche generali per la salute.