Roma, 24 dicembre 2018 – “È a repentaglio la tutela della salute collettiva: nessuno si può improvvisare professionista sanitario senza possederne conoscenze, competenze e capacità comprovate da un idoneo percorso di studi e dal riconoscimento da parte delle istituzioni formative a ciò abilitate. Sarebbe una totale assurdità che andrebbe a costituire un precedente pericoloso”.
Così Antonio De Palma, presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, commenta l’emendamento in manovra finanziaria che prevede, con il comma 283 bis, una modifica alla legge 42/99, concedendo una deroga anche a chi non ha i titoli abilitanti per l’iscrizione agli albi professionali (dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione), basta che abbia lavorato almeno 36 mesi negli ultimi dieci anni.
“Non riusciamo a comprendere il senso di questa norma per noi assurda – prosegue – che in qualche modo corre il rischio di regolarizzare forme di abusivismo professionale e che va contestata sia nella sostanza, sia nella forma. Si tratta di un comma scritto male in quanto sembra lasciare intendere che chiunque abbia svolto delle attività professionali senza possederne i requisiti, perciò illegittimamente, ad esempio in regime autonomo e per di più esercitandole in un ambito sanitario (per il quale è richiesta una laurea), potrebbe arrogarsi il diritto di pretendere l’iscrizione a un elenco speciale istituito presso gli ordini dei tecnici sanitari”.
“Quindi è solo in ragione della specifica che fa riferimento agli albi dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, che immaginiamo che mai tale norma – spiega De Palma – possa applicarsi agli infermieri, sebbene leggendola dall’inizio lascerebbe ad intendere un coinvolgimento di tutte le categorie di professionisti sanitari”.
“Contestiamo in toto questo passaggio legislativo inserito in manovra finanziaria – conclude il presidente Nursing Up – perché è stato fatto in sordina e senza avere ascoltato chi rappresenta i professionisti. Un colpo di coda messo in atto per favorire una certa platea che evidentemente ha la forza di far muovere un’intera parte politica. Ma ci chiediamo in nome di cosa: in nome della mancanza di competenza professionale tout court e per giunta a discapito della tutela della salute dei cittadini?”.