Legge di Bilancio 2025, SMI: “Sburocratizzare il lavoro dei medici”

Dott.ssa Pina Onotri

Roma, 20 dicembre 2024 – “Nella manovra per il 2025, che molto probabilmente supererà il mio step oggi alla Camera dei Deputati, non si sono trovate le risorse adeguate a sostenere la medicina convenzionata, né sono stati proposti incentivi, detassazioni e decontribuzioni, validi a sostenere il lavoro dei medici, che pagano in proprio i costi di gestione dei loro studi”, così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani.

“Si prosegue a disinvestire nella medicina generale, nella specialistica ambulatoriale pubblica e nell’assistenza primaria che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire ai cittadini, a fronte anche della grave carenza di medici di famiglia e di specialisti ambulatoriali. Quattro milioni di cittadini italiani, infatti, sono senza medico di in tutta Italia configurando una vera e propria emergenza sociale. Si continua a non rimuovere il tetto alla spesa per l’assunzione del personale sanitario. Nella medicina ospedaliera, in due anni (dal 2020 al 2022) sono stati tagliati 32.500 posti letto e fra il 2019 e 2022 oltre 11mila medici hanno lasciato le strutture pubbliche, mentre 95 ospedali sono stati chiusi in 10 anni”.

“Mentre i Pronto Soccorso sono sull’orlo dell’abisso, in tutta Italia, si annuncia che l’acquisto di prestazioni sanitarie da soggetti privati accreditati viene nuovamente incrementato di 0,5 punti percentuali per l’anno 2025 e di 1 punto percentuale a decorrere dall’anno 2026. Bisognava, invece, prevedere incentivi per assunzioni di nuovo personale nella medicina dell’emergenza urgenza”.

“Chiediamo che la Legge di Bilancio 2025 contenga nei suoi provvedimenti collegati norme per sburocratizzare il lavoro nella medicina generale, valorizzando la telemedicina per le certificazioni INPS e autocertificazioni dei primi 3 giorni di malattia. Queste misure (le stiamo chiedendo anche con una petizione pubblica che ha raggiunto quattordicimila firme in poco tempo) potrebbero essere a costo zero per lo Stato. In questo modo si migliorerebbero, di molto, le condizioni di lavoro dei medici di famiglia che avrebbero più tempo per la cura dei pazienti”, conclude Onotri.

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