Roma, 22 novembre 2022 – “Non si può passare nei prossimi anni con la legge di bilancio 2023 e il documento programmatico di bilancio, dal 7.1 al 6.1 del Pil per il settore della sanità, a fronte della spesa media in sanità da parte dei paesi europei più alta di 2 punti del Pil. La programmazione economica dei prossimi anni prevista dal Governo non è compatibile al bisogno di salute del nostro Paese, alla luce della pandemia e delle deficienze evidenziate dal nostro Servizio Sanitario Nazionale” così Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani sulla legge di bilancio 2023 e il documento programmatico di bilancio.
“Per affrontare sul serio lo snellimento delle liste di attesa, le deficienze strutturali dei pronto soccorso, favorire il ricambio generazionale per i medici di medicina generale, il Governo avrebbe dovuto prevedere finanziamenti maggiori e non ridurli. La sanità non è un costo ma un investimento per la speranza di vita di tutti i cittadini”.
“Dalla legge di bilancio 2023 e dal documento programmatico di bilancio, ci attendiamo maggior risorse, necessarie per valorizzare il ruolo del medico di medicina generale nell’ambito della riorganizzazione territoriale e per i medici ospedalieri”.
“Vorremmo sapere quante finanziamenti saranno destinati per il personale della sanità e quante per il rinnovato dei contratti in scadenza. I medici di medicina generale hanno il loro contratto scaduto e in arretrato di un anno e hanno le retribuzioni tra e più basse d’Europa al pari dei colleghi ospedalieri. Auspichiamo che il Parlamento corregga con misure ad hoc la legge di bilancio per valorizzare il ruolo del medico di medicina generale nel nostro Paese, equiparando le loro retribuzioni a quelle degli altri Paesi europei e riconoscendo tutele e diritti a partire dal riconoscimento dell’infortuno sul lavoro per i medici di famiglia e la parità di genere nelle professioni sanitarie e mediche”.
“Siamo sicuri che le forze politiche parlamentari saranno sensibili a questo appello dei medici italiani, che lavorano, ormai da tempo, in condizioni di estrema difficoltà per assicurare la cura e l’assistenza a tutti cittadini italiani” conclude Onotri.