Roma, 11 novembre 2021 – La foto degli operatori sanitari tra i leader del G20 rappresenta un giusto riconoscimento ai loro meriti. Non altrettanto la manovra di bilancio 2022, di cui Anaao Assomed si dichiara parzialmente soddisfatta.
Raddoppiato lo stipendio degli amministratori comunali, riconosciuta la specificità delle forze armate, valorizzata la professionalità dei docenti, incrementato l’organico della magistratura, per quel personale, medico e non, che si è caricato sulle spalle una pandemia senza precedenti non ci sono incrementi dei livelli retributivi o miglioramenti delle condizioni di lavoro all’interno di una manovra di 30 mld.
Lo stesso investimento sulle liste di attesa è privo del riconoscimento agli operatori sanitari del trattamento fiscale concesso ad altri lavoratori del settore pubblico ed alla sanità privata, cui, non a caso, sono destinati 150 mln sottratti ai 500 complessivi.
Nessuno nega il valore positivo della proroga dei rapporti di lavoro (precari) con gli specializzandi, della possibilità di stabilizzare il personale reclutato per la emergenza a tempo determinato con procedure concorsuali, dell’istituzione di una indennità specifica per il Pronto soccorso, ancorché irrisoria, dell’incremento del tetto di spesa per l’assunzione di personale, pur subordinato all’eterna determinazione del mitico fabbisogno.
Elementi avulsi, però, da un’idea e da un’azione progettuale che affrontino il malessere crescente dei medici e dirigenti sanitari ospedalieri, sempre più esposti alle aggressioni, a un clima organizzativo autoritario fino alla negazione dei diritti, a un iper-sfruttamento ai limiti dell’abuso, in preda a burn out e stress post traumatico.
Né appaiono risolutivi di una crisi strutturale della sanità, a rischio di un collasso nervoso, avviata a una deriva privatistica. Anzi, ai medici che “nella risposta all’epidemia …. probabilmente sono quelli che hanno fatto di più” (Draghi dixit) viene negato anche un migliore Contratto di lavoro, scaduto l’attuale senza nemmeno aprire il confronto per un suo rinnovo. Nonchè l’indennità di rischio biologico, tanto le pandemie, si sa non esistono e comunque gli “eroi” non si ammalano.
Ma il PNRR è un’enorme opportunità di sviluppo per il SSN solo a patto di investire sul personale necessario, come da subito Anaao Assomed ha denunciato e oggi riconoscono anche le Regioni, mentre lamentano che i 2 miliardi in più per il FSN non bastano a rilanciare gli investimenti per il personale necessario all’attuazione del PNRR.
Il previsto incremento dei contratti di formazione specialistica rischia di essere una toppa peggiore del buco. Invece di una riforma di sistema della formazione medica che programmi anche i fabbisogni, si creano le condizioni per un prossimo “imbuto lavorativo”, una riedizione della pletora degli anni 70 che fornirà specialisti ai sistemi sanitari europei a spese dei contribuenti italiani.
La manovra, insomma, pensa ai medici di domani per evitare di occuparsi di quelli di oggi, ai quali era stato promesso che la politica si sarebbe occupata dei loro bisogni.
Lavorare in ospedale è oggi una sofferenza per chi garantisce i LEA, aggravata da una insopportabile carenza e sottoretribuzione del personale, sempre più attratto dalle sirene di privato e cooperative, ma tocca alla Politica evitare il precipizio in cui si sta avviando “il bene pubblico più prezioso”.
Per dirlo con parole del Ministro Speranza “dobbiamo ripartire da chi questo sistema ha fatto diventare grande: i professionisti che lavorano in corsia, negli ambulatori periferici, nei laboratori, nelle guardie dimenticate da tutti, nei pronto soccorso affollati”.
Questa è una promessa che aspetta di essere mantenuta e che Anaao Assomed ricorda al Parlamento, cui tocca ora occuparsi dell’emergenza silenziosa che colpisce chi ha salvato il Paese dall’emergenza sanitaria.