Roma, 31 ottobre 2017 – Nel teatrino dell’assurdo governativo va ora in onda una tragicommedia, che parte dal Senato, dove ieri è iniziata la discussione sulla Legge di Bilancio, con la quale verrà approvato il Bilancio dello Stato.
Ebbene, per quanto ci riguarda – afferma il Segretario nazionale Confintesa-Ugsmedici Ruggero Di Biagi – dopo un decennio di crisi economica, in cui la Sanità pubblica e convenzionata ha pagato un prezzo altissimo, con l’abnorme aumento della spesa per la sanità privata, con milioni di cittadini che hanno spesso rinunciato alle cure, con gli operatori sanitari che hanno subito batoste sistematiche, con un precariato diffuso, quando tutti speravano (e il Governo diceva) che avrebbe avuto fine il tempo delle vacche magre e di 8 anni di blocco contratti, ecco che inizia un’inaspettata farsa tra le Istituzioni.
Tema: chi finanzierà gli (ipotetici) aumenti contrattuali. Ora è curioso apprendere che il tutto – improvvisamente – esula dalle competenze del Governo, al quale invece le Regioni avrebbero dovuto chiedere un incremento del Fondo Sanitario Nazionale.
Le Regioni, che hanno stornato le risorse dei risparmi in sanità non si sa bene dove, anche quelle derivanti da migliaia di sanitari andati in quiescenza e non sostituiti e necessarie per la chiusura dei contratti del personale, vorrebbero rimandare l’apertura del tavolo contrattuale perché le casse sono vuote.
Il nuovo giochetto dello scaricabarile tra istituzioni inizia con un vero e sconcertante menefreghismo del Governo e dei partiti della sua maggioranza, troppo impegnati per accorgersi del disagio di 650.000 addetti alla tutela di un bene prezioso come la salute dei cittadini.
Evidentemente – conclude il Segretario di Confintesa-Ugsmedici – dopo Uber per i tassisti, Ceta per l’agroalimentare, Bolkestein per i dettaglianti, Assicurazioni forzate per tutti con la Legge Gelli, Costituzioni riformate con la Banca JP Morgan, e chi più ne ha più metta, la Sanità pubblica va… privatizzata. Complimenti!