Forlì, 7 dicembre 2020 – Pubblicato sulla rivista internazionale Renal Failure lo studio “Physical activity and renal function in the Italian kidney transplant population”, che analizza l’efficacia della attività fisica nei pazienti con trapianto di rene sulla più ampia casistica finora disponibile sull’argomento (oltre 6.000 pazienti studiati). La pubblicazione si avvale dei dati del Sistema Informatico Trapianti del Centro Nazionale Trapianti e si inserisce nel Progetto di studio nazionale “Trapianto … e adesso sport” coordinato dal dott. Giovanni Mosconi (Direttore della Nefrologia di Forlì-Cesena), in collaborazione con il Dr G. Sella (Direttore della Medicina dello Sport di Ravenna).
“Lo studio – spiega il dott. Mosconi – evidenzia, in pazienti con trapianto di rene, gli effetti positivi di uno stile di vita attivo sull’andamento della funzione renale. In questo settore mancano fino ad oggi dati di correlazione prolungati nel tempo e su grandi casistiche. Il nostro lavoro valuta 6055 pazienti trapiantati su tutto il territorio nazionale con un periodo di osservazione di oltre dieci anni; confronta l’andamento funzionale renale in pazienti sedentari e in pazienti attivi. Un miglior andamento funzionale a lungo termine si correla con lo svolgimento di una regolare attività fisica; il dato risulta particolarmente evidente in persone con età superiore ai 50 anni”.
Fin dai tempi antichi, l’attività fisica è considerata parte integrante del concetto di salute. Ippocrate affermava che “se potessimo dare ad ogni individuo la giusta quantità di nutrimento e di esercizio fisico, né troppo né poco, avremmo trovato la giusta strada per la salute”. Relazioni tra ginnastica e salute sono state riprese da Galeno “la ginnastica rientra nel potere curativo che spetta al medico”. Più vicino ai nostri tempi il forlivese Gerolamo Mercuriale riportava che “la ginnastica giova alla salute…la giusta miscela di comportamenti corretti può prolungare lo stato di benessere delle persone”.
La sedentarietà coinvolge infatti circa il 60% della popolazione mondiale e si correla con un’aumentata incidenza di patologie croniche degenerative e di morte prematura. Questi concetti, già documentati nella popolazione generale, necessitano però di conferme scientifiche anche in settori specifici come quello del trapianto ed è in questa direzione che si indirizza il progetto di studio “Trapianto … e adesso sport”, ideato nel 2008, che vede l’attiva collaborazione del Centro Nazionale Trapianti, dell’Università di Bologna, dell’Azienda Sanitaria della Romagna, della Regione Emilia Romagna e della Regione Veneto.
“Nell’ambito dell’AUSL Romagna, grazie ad una collaborazione fra la Nefrologia di Forlì-Cesena e la Medicina dello Sport di Ravenna – conclude il dott. Mosconi – è presente una consolidata attività di ricerca con prescrizione di attività fisica personalizzata in pazienti con trapianto di organo solido. I positivi risultati sono stati pubblicati su riviste internazionali nel corso degli ultimi anni. Va infine ricordato che, nel 2019, la Conferenza Stato/Regioni ed il Ministero della Salute hanno elaborato delle Linee di indirizzo sull’attività fisica, che recepiscono pienamente il progetto di lavoro ed il modello organizzativo che si è sviluppato nella nostra regione e nella nostra azienda”.