Roma, 25 novembre 2015 – La tutela della salute dei lavoratori della sanità italiana è finalmente una realtà acquisita insieme al diritto per i cittadini ad avere la più ampia sicurezza nell’erogazione delle cure quando si rivolgono alle strutture ospedaliere.
Sia pure con molto ritardo, ci siamo inseriti in Europa. Si tratta di un adeguamento normativo, tanto sofferto quanto dovuto, per il quale l’Anaao Assomed, che per almeno un decennio ha lavorato con tenacia ed impegno quotidiano, districandosi tra leggi, decreti e iter burocratici, non può che esprimere soddisfazione.
Il vero risultato è, però, invece l’aver posto il Governo in condizione di prendere in considerazione la necessità di sbloccare il turn over e procedere a nuove assunzioni.
Secondo quanto riportato dalle agenzie stampa, il Ministero della Funzione Pubblica, di concerto con quello della Salute, si appresterebbe, nell’ambito della Legge di Stabilità, a presentare un emendamento che permetta l’assunzione di 4.000 medici per garantire il mantenimento dei servizi sanitari attualmente erogati.
Un risultato non scontato, per il quale esprimiamo soddisfazione, cui hanno concorso l’impegno delle Organizzazioni sindacali ad evitare manomissioni della legge, la mobilitazione in atto e la manifestazione del 28 novembre, la dichiarazione di sciopero unitario per il 16 dicembre, senza escludere una seconda giornata.
Occorre, però, passare ai fatti per permettere a molti colleghi di abbandonare ruoli precari e sottopagati e ad altri di entrare nel mondo del lavoro dopo un percorso formativo di lunghezza senza eguali. Tenendo anche presente che nel biennio 2016/2017 sono previste circa 13.000 uscite per quiescenza.
Se si vuole cambiare verso in sanità, occorre che, dopo la “buona scuola”, si vari un programma nazionale per la “buona sanità”, con adeguati investimenti per le risorse umane, la fine delle penalizzazioni economiche sulla retribuzione accessoria, la definizione delle aree per avviare una stagione contrattuale che veda l’organizzazione del lavoro al centro del confronto e il contratto collettivo come strumento di governo e innovazione del sistema sanitario.
Nessun sistema sanitario può assolvere la propria mission istituzionale senza il capitale costituito da intelligenze e competenze dei suoi professionisti.