Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Global Ecology and Biogeography, è stato condotto da un team di scienziati dell’Università di Torino, dell’Università di Cape Town, dell’Università di Witwatersrand e dell’Accademia Ungherese delle Scienze
Torino, 10 giugno 2020 – Un nuovo studio globale sulla biodiversità urbana ha dimostrato che le aree urbane con maggior benessere ospitano anche una biodiversità più ricca rispetto alle zone più povere, un pattern che gli scienziati hanno chiamato “Luxury Effect” o “Effetto Lusso”. Lo studio ha anche dimostrato che l’entità di questo effetto è molto più grande nelle regioni aride del mondo.
Lo studio è stato condotto da un gruppo internazionale di scienziati dell’Università di Torino, dell’Università di Cape Town e dell’Università di Witwatersrand in Sud Africa e dell’Accademia Ungherese delle Scienze. Le loro scoperte sono state pubblicate sulla prestigiosa rivista scientifica Global Ecology and Biogeography.
I ricercatori hanno utilizzato una metodologia chiamata meta-analisi, nella quale tutti gli studi precedentemente condotti sull’argomento vengono combinati, per testare se l’Effetto Lusso viene rilevato allo stesso modo in tutto il mondo. Questo approccio ha anche consentito ai ricercatori di esplorare altri fattori che influenzano questi pattern.
Gli scienziati hanno preso in esame 96 studi differenti condotti in città di tutto il mondo. I risultati hanno mostrato che la biodiversità, ovvero il numero di specie di piante, uccelli, rettili e insetti, aumenta di pari passo con il reddito degli abitanti.
Tuttavia questo aumento è molto maggiore nelle regioni più aride del mondo e scompare quasi completamente nelle città dove il clima è umido e si rilevano forti piogge. L’effetto è in gran parte indipendente dal fatto che un determinato paese sia ricco o povero.
Questa scoperta suggerisce che l’Effetto Lusso è molto probabilmente guidato dalla disponibilità di acqua. Le persone più ricche che vivono in regioni secche possono permettersi un maggiore investimento per realizzare strutture che possono attirare animali (stagni, fontane, persino piscine) e garantire l’irrigazione per i propri giardini e parchi che possono beneficiare piante e insetti associati. In alternativa, le aree maggiormente benestanti nelle zone più aride del pianeta possono essere quelle associate a zone più umide, dove i prezzi delle proprietà nei pressi di fiumi, laghi o altre zone umide è più alto.
Da tempo si sospetta che chi risiede in aree benestanti abbia accesso a una biodiversità più florida. Ma questa è la prima volta che l’Effetto Lusso è stato chiaramente dimostrato a livello globale. È anche il primo studio a svelare i meccanismi che regolano tale effetto.
Sorprendentemente, lo studio ha rilevato che il benessere complessivo di uno stato non influenza la probabilità che il Luxury Effect si verifichi.
“Il nostro studio – spiega Dan Chamberlain, docente del Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino, autore principale della ricerca – dimostra che le persone ricche hanno un maggiore accesso alla biodiversità nelle città, specialmente nelle parti più aride del mondo. Questo è importante, perché la biodiversità è una componente importante della qualità della vita degli abitanti delle città, ma chiaramente non è distribuita equamente nella società. Inoltre, dato che il cambiamento climatico probabilmente aumenterà l’aridità in molte città, questa disuguaglianza diventerà più pronunciata in futuro”.
Il prof. Arjun Amar dell’Università di Cape Town, co-autore dello studio, afferma: “Il livello di disuguaglianza e le condizioni generali di aridità in Sud Africa rendono l’ingiustizia ambientale (vale a dire il diritto di tutta la società a beneficiare della biodiversità) causata dall’Effetto Lusso particolarmente severa. Aumentare il livello di conoscenza di come questi effetti si verificano ci può aiutare nella progettazione di città più eque socialmente in futuro”.
Gli autori sperano che i risultati ottenuti facilitino la gestione delle aree urbane in modo più equo, contribuendo a garantire che i benefici della biodiversità urbana siano disponibili per tutti i cittadini, indipendentemente dalle loro possibilità economiche.