Roma, 6 luglio 2022 – “L’AAROI-EMAC esprime apprezzamento per le parole del Ministro Speranza sulla richiesta inviata al Ministro del Lavoro Andrea Orlando di estendere le tutele e le agevolazioni previdenziali previste per i lavori usuranti ai professionisti sanitari che svolgono la loro attività nei servizi di emergenza-urgenza e nei pronto soccorso. La necessità di tale riconoscimento attraverso un indispensabile aggiornamento ordinamentale delle norme al riguardo, che attualmente sono ferme a criteri paleoindustriali nonostante un maquillage avvenuto di recente, è un obiettivo che la nostra Associazione già in passato ha più volte ribadito – afferma Alessandro Vergallo, Presidente Nazionale AAROI-EMAC – prima ancora che esso divenisse, come sta accadendo, un tentativo di correre ai ripari per frenare la perdita di personale dipendente pubblico a favore del lavoro a cottimo fuori controllo appaltato ai privati nei due settori che più di tutti gli altri hanno caratteristiche in vario grado comuni, di cui le principali sono: l’organizzazione di lavoro a turni, il servizio svolto h24 con alto numero di guardie notturne e festive, il frequente ricorso alle “pronte disponibilità”, la limitata o di fatto assente possibilità di attività libero-professionale intra-moenia, l’elevata responsabilità professionale in area critica. Tali caratteristiche, per i medici, sono comuni alle due discipline specialistiche MEU (Medicina d’Emergenza-Urgenza) e ARTID (Anestesia e Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore) non solo nelle rispettive Unità Operative Ospedaliere, ma anche nell’ambito del Servizio 118, beninteso laddove esso è svolto da personale dipendente”.
“Per una riforma normativa seria a tutela del lavoro in emergenza e area critica, di cui la MEU sarà a regime la specializzazione almeno di fondamentale e irrinunciabile riferimento per i PS, e di cui l’ARTID è storicamente e dovrà restare titolare per le Terapie Intensive e le Sale Operatorie che ne sono emblema, e insieme auspichiamo lo divengano per il 118 – prosegue Vergallo – occorre da subito porre uno stop a certe pressioni a favore di un’artefatta ‘inclusività’ che la svuoterebbe di significato in termini di riconoscimento delle peculiari condizioni di lavoro a causa delle quali continua ad aggravarsi l’emorragia di personale pubblico in tali settori. È pertanto indispensabile l’esatta individuazione dei destinatari di tali benefici in base a principi che da sempre sosteniamo e che a nostro parere devono coesistere per la loro applicabilità in termini di “lavoro usurante”, tra cui: lavoro dipendente, attività lavorativa stabilmente svolta in tali ambiti nei periodi lavorativi considerati, che non possono essere limitati come sono oggi agli ultimi anni di lavoro, criteri adeguati per l’eventuale prosieguo lavorativo privato post-quiescenza anticipata grazie alle tutele che ne derivano”.
“Augurandoci che tale riconoscimento diventi realtà quanto prima, ci rendiamo disponibili – prima che lo sia – ad ogni approfondimento per l’individuazione di tali principi, anche affinché sia evitato un “rischio boomerang” cui si esporrebbe il SSN Pubblico in caso di una riforma basata su principi diversi o tra loro svincolati. Diversamente – conclude il Presidente AAROI-EMAC – saremo pronti a ribadire la nostra posizione con azioni di protesta per la cui attuazione, qualora nel frattempo osservassimo pressioni finalizzate a diluizioni normative o a rifacimenti ordinamentali di facciata, non attenderemo oltre il prossimo autunno, recrudescenze Covid o meno”.