Prof. Massimo Andreoni: “È una sostanza che va a chiudere le porte al virus nelle cellule. Un’azione che sembra molto promettente. Ovviamente stiamo allargando gli studi, ma certamente è un dato molto interessante”
Roma, 17 settembre 2020 – Il prof. Massimo Andreoni, direttore UOC Malattie Infettive Tor Vergata, è intervenuto nella trasmissione “L’imprenditore e gli altri”, condotta dal fondatore dell’Università Niccolò Cusano Stefano Bandecchi e dal direttore Gianluca Fabi su Cusano Italia Tv.
Sulla lattoferrina, proteina anti-Covid. “È una ricerca italiana alla quale ho avuto il piacere e l’onore di partecipare, è un prodotto naturale, che serve a stimolare la nostra immunità. È un prodotto molto presente nei neonati. Abbiamo visto che somministrando la lattoferrina si protegge molto l’immunità delle persone, gli infetti da Covid-19 riescono a liberarsi del virus molto prima rispetto a dei soggetti che sono infettati, ma non prendono questo prodotto. È una sostanza che va a chiudere le porte al virus nelle cellule. Un’azione che sembra molto promettente. Ovviamente stiamo allargando gli studi, ma certamente è un dato molto interessante. Lo studio ha riguardato finora 100 persone affette da Covid, una numerosità ancora modesta, che necessita di ulteriori dati. Siccome questo è un prodotto naturale che si trova con molta facilità, molte persone hanno iniziato ad assumerlo e quindi è un qualcosa che nella pratica si sta già fortificando come dato. Però ovviamente, per serietà, dobbiamo aspettare risultati più ampi per avere ulteriori certezze”.
Sul Covid-19. “È un virus che si comporta in maniera anomala, siamo abituati nelle infezioni acute come influenza, raffreddore o polmonite, a un virus di durata breve. Questo virus invece addirittura può rimanere nell’organismo per più di 100 giorni. È un virus nuovo che ci sta insegnando tante cose. Non è facile dare delle risposte, è un mondo tutto da scoprire per noi. Abbiamo aspettato l’estate perché immaginavano che questo virus si affievolisse, tendesse a scomparire. Questo non è successo, perché questo è un virus che si adatta perfettamente alle nostre cellule rispetto ad altri coronavirus. Si è poco interessato del cambiamento climatico, anzi durante l’estate si è molto rinvigorito come numero di infezioni, anche a causa dei nostri comportamenti. In autunno noi staremo molto meno all’aperto e più in luoghi chiusi, questa semplice banalità aumenterà il numero di casi. L’ambiente chiuso facilita il contagio, quindi in quelle situazioni dovremo stare particolarmente attenti. Ogni volta che stiamo al chiuso dobbiamo mantenere degli atteggiamenti di distanziamento e uso delle mascherine ancora più attento di quello che facciamo attualmente”.
Sulla riapertura delle scuole. “La scuola doveva essere riaperta, tra le tante istituzioni importanti per la società, la scuola è fondamentale. Sul come doveva essere aperta potremmo parlare all’infinito, non esiste una risposta assoluta. Chi avesse una risposta certa che garantisse la massima sicurezza l’avrebbe detta e sarebbe stata applicata. Abbiamo imparato qual è il sistema per contenere le infezioni, sappiamo quali sono le misure da mettere in atto. Sicuramente non sono semplici, però esistono”.
Sui ricoveri. “Qualche settimana fa i nuovi casi avevano una media di 25 anni, oggi è salita a 35 anni. Questo vuol dire che dalla strada l’epidemia sta tornando nelle case. Man mano che la mediana dell’età salirà e inizierà ad arrivare a 40-45-50 anni gli ospedali si riempiranno di più, le terapie intensive si riempiranno di più. Questa è la responsabilità che in questo momento i giovani hanno, sono i veri baluardi contro l’epidemia”.
(fonte: Radio Cusano Campus)