Napoli, 7 agosto 2020 – “L’incompiuta riforma territoriale nazionale della Medicina Generale (M.M.G.), dovuta al blocco delle trattative in sede nazionale a causa Covid-19 per ciò che attiene alla stipula dell’Accordo Collettivo Nazionale (A.C.N.), di riflesso in Campania ha determinato uno stallo nella contrattazione regionale di cui all’Accordo Integrativo Regionale (A.I.R.) per il settore della Continuità Assistenziale (C.A.) che necessariamente per essere stipulato necessita di precise indicazioni nazionali per essere inquadrato”, così Giovanni Senese, Responsabile Nazionale per la Continuità Assistenziale del Sindacato Medici Italiani, in una dichiarazione lancia l’allarme dei medici di continuità assistenziale rispetto allo stallo nella contrattazione nazionale e regionale riguardante il proprio settore.
“Tale fermo contrattuale delle trattative in sede nazionale sta avendo notevoli ripercussioni negative, importanti sotto il profilo dell’assistenza territoriale, ciò a discapito della popolazione assistibile, delle A.S.L. e degli stessi medici di medicina generale”.
“Difatti in Regione Campania, come in altre Regioni di Italia, le A.F.T. (Aggregazioni Funzionali Territoriali) sono partite incomplete cioè con l’adesione dei soli medici di Assistenza Primaria (A.P.) i quali saranno gli unici ad usufruire della costituzione delle A.F.T. non solo sotto il profilo lavorativo ed organizzativo ma anche economico” continua Senese.
“L’intero comparto della Continuità Assistenziale si augura che quanto prima possano riprendere le sospese trattative in sede nazionale, presso la SISAC, al fine di poter portare a compimento l’A.C.N. con l’istituzione del vero Ruolo Unico. I medici della ex-C.A. che dovranno necessariamente confluire, come da previsto dalla corretta applicazione della Legge 189/2012, insieme alla A.P. nella MMG, avranno nuovi compiti con un monte orario di 38 ore settimanali con la possibilità di poter acquisire scelte fin da subito andando ad integrare nel giusto modo la medicina del territorio la quale tramite le AFT avrà il compito arduo ed ambizioso di prendere in cura il proprio territorio di appartenenza e non più soltanto il singolo paziente”.
“Difatti le A.F.T. pronte ai nastri di partenza prenderanno in cura l’intero territorio di riferimento di continuità assistenziale 30.000 assistiti, senza essere cooperati dai medici della ex-C.A. con una compromessa funzionalità operativa dovuta proprio all’assenza di quest’ultimi”.
Dopo oltre 10 anni di vacatio contrattuale e dopo ben otto anni dalla promulgazione della L. 189/2012 i medici della Continuità Assistenziale aspettano ora l’A.C.N. per poterlo declinare ai tavoli della delegazione trattante regionale della Campania per poter scrivere, alla luce dello stipulando A.C.N., il proprio accordo integrativo regionale.
I medici della continuità assistenziale sono stanchi ed arrabbiati di essere trattati come la cenerentola della M.M.G. e chiedono dignità e rispetto al fine di svolgere il loro compito all’interno del Ruolo Unico per arricchire le potenzialità e le capacità di assistenza delle neoformate A.F.T.
“È ora che lo scollamento pluridecennale della Medicina Generale presente tra l’Assistenza Primaria e la Continuità Assistenziale venga ricompattato per poter affrontare le sfide sanitarie assistenziali che la nuova società richiede come la telemedicina anche alla luce della pandemia da Covid-19 così da dare delle risposte concrete all’utenza. Solo da questa sinergia all’interno delle Aggregazioni Funzionali del territorio potrà darsi il via al vero rinnovamento dell’assistenza sanitaria e potrà svilupparsi quella integrazione necessaria che possa rendere fruibile la stessa assistenza da parte della popolazione H24”, conclude Senese.