“I recenti fatti di cronaca, che hanno visto coinvolti alcuni pediatri, ci hanno fatto additare dall’opinione pubblica come fautori di un allattamento diverso da quello materno e tutti sappiamo che questo è tanto ingiusto quanto falso”. Il Presidente della SIN, Società Italiana di Neonatologia, Costantino Romagnoli, smentisce seccamente la presunta scelta di pediatri e neonatologi di consigliare il latte artificiale. “La SIN da anni è impegnata nella promozione dell’allattamento al seno e i tanti colleghi che da sempre dedicano la propria attività clinica, formativa e di ricerca alla promozione dell’allattamento materno si sentono profondamente offesi”.
Ogni anno a questo tema i neonatologi italiani dedicano una sessione del congresso nazionale così come durante l’anno promuovono corsi di formazione.
“Neonatologi illustri siedono a tavoli tecnici istituzionali impegnati nella stesura di raccomandazioni per l’allattamento al seno” – continua il Prof. Romagnoli – “Ne sono prova i tentativi di trovare soluzioni operative per migliorare l’allattamento da parte di madri che hanno la sfortuna di aver partorito prima del termine e di avere i propri figli degenti in reparti di terapia intensiva”.
Il latte materno e, in particolare, l’allattamento esclusivo al seno, almeno per i primi sei mesi, riducono del 36% il rischio di SIDS (sindrome da morte improvvisa del lattante) e del 52% le possibilità che il bambino sviluppi la malattia celiaca; vantaggi si riscontrano anche a favore degli apparati intestinale e respiratorio, oltre che nella prevenzione di patologie allergiche, asma, dermatiti, diabete mellito e dell’obesità. I benefici diventano ancor più importanti nei nati pretermine. Da qui, anche, la necessità di incentivare l’uso di latte umano proveniente dalle Banche del latte donato e quello di fortificare il latte materno destinato ai nati pretermine. Per la salute materna, poi, l’allattamento al seno, oltre ad accelerare la ripresa fisica dalla gravidanza e dal parto, riduce il rischio di cancro della mammella e contribuisce al benessere psicofisico della donna.
“Da anni la SIN è impegnata in una grande campagna di informazione e sensibilizzazione, i cui primi responsabili sono i neonatologi stessi, attraverso tavole rotonde, insistendo su come la difficoltà all’allattamento al seno possa essere antagonizzata contribuendo a migliorare lo stato psicologico materno post-partum. Comunicazione che vede un forte impegno anche della componente infermieristica neonatale, in sintonia con quella ostetrica, nel promuovere l’allattamento al seno nei reparti di neonati normali e di quelli patologici”.
“Non penso che tutto questo possa essere vanificato da atteggiamenti poco idonei di qualche operatore del settore poco motivato e poco convinto della superiorità del latte materno, sempre che questo possa essere adeguatamente provato” – continua Romagnoli –“Non possiamo neppure ignorare il ruolo che le aziende produttrici di latti formulati svolgono al nostro fianco nel fornire alimenti ai neonati che non hanno la fortuna di avere il latte materno (i pretermine e i neonati patologici tra tutti) e nel promuovere una formazione corretta nell’ambito dell’alimentazione del neonato e del lattante. Ne sono esempi i congressi nazionali e regionali che le società scientifiche (SIP, SIN ed altre) organizzano sul problema della nutrizione pediatrica con il sostegno incondizionato delle aziende del settore”.
Ribaltando la radicata abitudine nata negli anni ’60 di ricorrere al latte artificiale, considerata a lungo quale alternativa equivalente all’allattamento al seno e dettata dal personale stile di vita, i neonatologi insistono sulla necessità di una educazione all’allattamento materno, invogliando le neo mamme ad un primo contatto pelle a pelle con il neonato sin da subito dopo il parto.
“Compito di noi medici, ma anche delle istituzioni – conclude il Presidente della SIN – è far comprendere alle donne l’importanza del latte materno per la salute del bambino e accompagnarle nelle difficoltà e nelle gioie dell’allattamento, garantendo loro la libertà, il tempo e le giuste modalità dal primo momento dopo il parto e per tutta la durata dell’allattamento anche quando tornano al lavoro”.
fonte: ufficio stampa