Roma, 4 novembre 2020 – “Il latte di asina non è adatto all’alimentazione dei bambini sotto i 2 anni e soprattutto dei lattanti”. Lo dichiara Margherita Caroli, pediatra e nutrizionista della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS), per fare luce su delle informazioni non corrette diffuse nel corso della trasmissione di Rai1 Linea Verde andata in onda domenica 25 ottobre.
“Nel corso della puntata – spiega Caroli – è stato affermato, dalla conduttrice e da un allevatore di asini, che il latte di asina è adatto all’alimentazione dei bambini anche più piccoli. La stessa affermazione era già stata fatta in un altro paio di puntate di Linea Verde durante la primavera. In merito a ciò, la SIPPS sente la necessità di precisare che queste affermazioni e consigli non sono affatto rispondenti alle caratteristiche che deve avere il latte destinato ai bambini di età inferiore ai 2 anni”.
La preoccupazione della pediatra e nutrizionista deriva “dalla giusta notorietà della trasmissione, seguita da larghe fasce di pubblico che fanno tesoro delle sue informazioni e consigli, e dal fatto che a diversi pediatri è giunta la richiesta, da parte di madri che avevano seguito il programma, di poter alimentare i propri figli di età inferiore a un anno con latte di asina. Per correttezza professionale – prosegue Caroli – chiariamo la principale carenza del latte di asina che può danneggiare i lattanti. Il latte di asina è molto meno ricco di grassi rispetto al latte materno, il che comporta che l’apporto energetico sia di 40 kcalorie/100 ml, e cioè meno dei due terzi dell’apporto energetico del latte materno (68 kcalorie/100 ml), e pone il lattante a rischio di malnutrizione”.
Ad avvalorare queste dichiarazioni è Andrea Vanìa, responsabile del centro di Dietologia e nutrizione pediatrica del dipartimento di Pediatria della Sapienza di Roma ed esperto della SIPPS, spiegando che “i grassi sono indispensabili nei primi due anni di vita per la mielinizzazione dei neuroni, e una loro insufficiente assunzione può causare un ritardo della mielinizzazione delle vie nervose e quindi della conduzione degli impulsi nervosi, con effetti diversi secondo le vie interessate”.
“Dobbiamo ancora ricordare – prosegue Vanìa – che i danni o il ritardato sviluppo neurologico del bambino, nei primi due anni di vita, possono non essere totalmente reversibili, e dunque lasciare effetti negativi per lungo tempo. L’uso del latte di asina, opportunamente modificato, con aggiunta di grassi e modifica del contenuto di minerali, è oggetto di studio per l’alimentazione di bambini con allergia alle proteine del latte vaccino e le cui madri non abbiano la possibilità di allattare. Al momento – conclude – l’uso del latte di asina non può essere consigliato indiscriminatamente nei primi anni di vita per il rischio di causare malnutrizione energetica”.