Uno studio italiano, multicentrico retrospettivo, evidenzia come il trattamento laparoscopico del laparocele sia un approccio scientificamente valido, sicuro e vantaggioso per i pazienti
Bergamo, 15 giugno 2018 – Un importante studio italiano multicentrico retrospettivo, primo a livello europeo per casistica e follow-up, dimostra, per la prima volta, i concreti vantaggi che la chirurgia laparoscopica per il trattamento del laparocele garantisce ai pazienti: un minor tasso di recidive e complicanze post-operatorie, una ripresa post-operatorio più rapida e meno dolorosa, un ritorno alla quotidianità senza limitazioni e l’assenza di cicatrici antiestetiche, poiché il trattamento è mininvasivo.
Lo studio, nato dalla collaborazione tra quattro eccellenze nella chirurgia del centro-nord d’Italia, è stato presentato oggi al congresso “Chirurgia Laparoscopica della parete addominale… Forse c’è qualcosa di nuovo” presso il Policlinico San Marco di Zingonia-Osio Sotto (BG), che ha nella sua casistica oltre il 50% dei pazienti reclutati per lo studio.
Posizioni critiche e perplessità hanno trovato risposte adeguate, grazie a questo studio, che ha esaminato oltre 1.700 pazienti, ed è stato condotto da un team di esperti: il dott. Stefano Olmi, responsabile dell’U.O. di Chirurgia generale e oncologica, Centro di Chirurgia della parete addominale, Centro di Chirurgia Laparoscopica del Policlinico San Marco; il dott. Paolo Millo, responsabile della Struttura Semplice di Chirurgia bariatrica, metabolica e laparoscopia avanzata – Ausl Valle d’Aosta; il dott. Gianluca Garulli, direttore dell’U.O. di Chirurgia generale del Presidio Ospedaliero di Rimini – Santarcangelo – Novafeltria dell’Ausl Romagna; la dott.ssa Micaela Piccoli, direttrice della Struttura Complessa di Chirurgia generale, d’urgenza e nuove tecnologie dell’Ospedale Civile di Baggiovara (MO).
“Si tratta del primo studio, in Italia e in Europa, per numero di partecipanti, per eterogeneità del campione coinvolto e per durata del periodo di follow-up di 5 anni – sottolinea il dott. Olmi – Due dati, in particolare, si sono rivelati interessanti: il primo riguarda il tasso di recidiva che scende fino al 4% nel caso di laparoceli trattati per via laparoscopica, contro l’8% degli interventi tradizionali. Il secondo dato, invece, riguarda l’insorgenza di complicanze, il cui numero si dimezza con la tecnica laparoscopica, passando dal 13-15% al 6%. È evidente, quindi, come la laparoscopia si confermi, anche nel trattamento del laparocele, la tecnica più efficace e soprattutto sicura per il paziente, purché ovviamente venga eseguita in centri di riferimento, con l’impiego di appropriate protesi chirurgiche e con una tecnica standardizzata e maturata grazie ad anni di esperienza”.
Il laparocele è un’ernia che può formarsi sul tessuto cicatriziale, a seguito di un intervento di chirurgia addominale. È una patologia legata alla lassità dei muscoli della parete addominale che interessa un’ampia percentuale della popolazione, pertanto la possibilità di offrire ai pazienti trattamenti innovativi, efficaci e mininvasivi ha sempre animato la discussione scientifica.
Questo studio apre quindi la strada a un cambiamento culturale, necessario in ambito medico dove il progresso nelle tecnologie e nelle tecniche chirurgiche è inarrestabile, e alla necessità di una formazione adeguata nell’ottica di compiere sempre le scelte migliori per il paziente.
Il Centro di Chirurgia laparoscopica avanzata del Policlinico San Marco organizza numerosi corsi durante l’anno rivolti a chirurghi provenienti da tutta Italia con lo scopo di insegnare e diffondere le tecniche laparoscopiche.