Roma, 26 febbraio 2018 – È stata presentata “La salute è uguale per tutti”, la campagna di riforma costituzionale promossa da Cittadinanzattiva con il supporto di oltre 50 realtà fra organizzazioni civiche, associazioni mediche e di pazienti, e di numerosi testimonial del mondo istituzionale, dell’impresa, della cultura e dei mass media.
Un’integrazione all’art.117 della Costituzione è lo strumento messo a punto per contribuire alla riduzione delle disuguaglianze in ambito sanitario. La proposta sarà sostenuta dalla campagna social #diffondilasalute per chiedere a tutti i cittadini di attivarsi a sostegno della tutela del diritto alla salute. Da oggi cittadini e testimonial possono contribuire a “diffondere la salute” con un bacio che diventerà il simbolo di un ‘contagio’ virtuoso.
Quaranta anni fa nasceva il Servizio sanitario nazionale, basato sui principi dell’universalità, dell’uguaglianza e dell’equità. Negli ultimi anni, tuttavia, un insieme di fattori di ordine politico, economico e organizzativo ha determinato il consolidamento di una condizione di frammentazione e difformità territoriali, a causa delle quali a Regioni in grado di assicurare servizi e prestazioni all’avanguardia se ne affiancano altre che faticano a garantire anche solo i Livelli Essenziali di Assistenza, in violazione di quanto previsto dall’art.32 della Costituzione.
“Le disuguaglianze tra le persone si sono fatte sempre più evidenti, provocando una situazione per cui non tutti riescono ad accedere alle cure, o a cure di qualità, nei propri territori – commenta Antonio Gaudioso, Segretario generale di Cittadinanzattiva – Questa campagna nasce in occasione dei 40 anni della nostra organizzazione, che ha nella tutela del diritto alla salute uno dei suoi capisaldi, ma è sostenuta da un’alleanza civica senza precedenti, a dimostrazione di quanto il diritto alla salute di ogni individuo nel nostro Paese sia considerato un elemento imprescindibile di coesione sociale e di sviluppo sostenibile”.
La proposta di riforma, messa a punto grazie al contributo del costituzionalista Francesco Clementi, intende perciò integrare l’art.117, nella parte relativa alle materie di legislazione concorrente, come segue: “tutela della salute nel rispetto del diritto dell’individuo e in coerenza con il principio di sussidiarietà di cui all’art.118 Cost.”.
“A settant’anni dall’entrata in vigore della Costituzione la sfida è quella di darle sostanza, a partire dalla riduzione delle disuguaglianze, tenendo conto della natura di un Paese che ha ancora forti asimmetrie sociali e territoriali – commenta Francesco Clementi – Bisogna allora fare di queste diversità, virtù, inforcando con coraggio “gli occhiali della sussidiarietà” per dare alla salute dei cittadini quella tutela che meritano, ovunque essi vivano. In questo senso, nell’evidente legame con l’art. 32 della Costituzione, la nostra proposta mira a rafforzare e a restituire centralità alla tutela del diritto alla salute in modo tale che nessuna inerzia o vincolo istituzionale possa compromettere la garanzia di tale diritto in qualsiasi parte del territorio del nostro Paese”.
Alcuni dati sulle disuguaglianze in ambito sanitario
Dai Rapporti annuali di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato (Rapporto PIT Salute 2017; Osservatorio civico sul federalismo in sanità 2017; Monitoraggio dei servizi sul territorio 2017) emergono dati evidenti sulle disuguaglianze in sanità.
Ad esempio, per l’arrivo dei mezzi di soccorso si attende da un minimo di 13 minuti in Liguria ad un massimo di 27 min. in Basilicata (il tempo standard dovrebbe essere contenuto in 18 minuti). I centri diurni per la salute mentale variano dai 3 del Molise ai 69 della Toscana, quelli per l’autismo dai 6 di Puglia ed Umbria ai 309 del Veneto, i centri per l’Alzheimer dall’1 del Molise ai 109 del Veneto; 789 le Residenze sanitarie assistenziali (RSA) presenti in Veneto, 605 in Piemonte, 319 in Toscana, circa 32 nelle altre Regioni.
Le strutture di oncologia medica sono pari a 19,15 per milione di abitanti in Molise, 4,65 in Puglia; i servizi di radioterapia sono pari a 7,79 per mln di abitanti in Valle D’Aosta e 1,71 in Campania e Puglia. Il 100% dei cittadini del Nord riesce ad accedere entro un mese alla radio e chemioterapia, la percentuale che ha accesso nello stesso tempo è pari invece all’86% dei pazienti al Sud e all’84% di quelli che risiedono al Centro.
Per un emocromo di paga un ticket di 3,17€ in Liguria e di 5,30€ in Friuli Venezia Giulia. Ancora, il 31% dei cittadini che si rivolge alle nostre sedi e al servizio di consulenza PIT salute dichiara di avere problemi di accesso alle prestazioni sanitarie; in particolare, uno su sette ha difficoltà con l’assistenza sul proprio territorio, 1 su 12 con l’assistenza ospedaliera.