Roma, 8 maggio 2018 – Il Servizio Sanitario Nazionale, giunto al suo 40° compleanno, si trova di fronte al momento di maggior trasformazione tecnologica e digitale. Ma proprio nel periodo della diffusione massima di sistemi finalmente interconnessi, di apparecchiature robotizzate, di medical device miniaturizzati sempre più efficaci e performanti, di sistemi di diagnostica e manifacturing 3D, urge la capacità di tenere i piedi per terra, unendo competenza professionale, concretezza gestionale e reale capacità di valutare l’innovazione.
L’Associazione Italiana Ingegneri Clinici in questo periodo di decisivo snodo tecnologico, apre il suo XVIII Convegno Nazionale lanciando un titolo in controtendenza: “La salute di domani, le tecnologie di oggi” (Palazzo dei Congressi, Roma, 10-12 maggio), volendo così sottolineare la profonda relazione tra presente e futuro, tra prospettive futuribili e bisogni di salute quotidiani.
Un titolo che Lorenzo Leogrande, Presidente AIIC, così commenta: “Non credo vi sia una professione più protesa della nostra all’innovazione tecnologica, ma continuare a guardare alle tecnologie per la salute con lo spirito del sensazionalismo e di quello che sarà realizzabile in un futuro prossimo, finisce per determinare un sistema di aspettative che non guarda sempre nel modo giusto a quello serve tutti i giorni in corsia e ai pazienti, non facendoci cogliere fino in fondo le opportunità che il mercato offre oggi. Per dirla tutta: riempiamo pagine di giornali sulle tecnologie che arriveranno, ma poi mettiamo in piedi sistemi di approvvigionamento attraverso i quali non sempre riusciamo ad acquistare le tecnologie che sono già disponibili oggi. Il nostro convincimento è che se riusciamo a gestire bene l’oggi, saremo pronti per accogliere nel modo corretto le tecnologie che verranno, anche quelle più complesse”.
Presente e futuro, dunque, al centro della riflessione che gli ingegneri clinici vogliono proporre alla sanità italiana dal loro osservatorio professionale. Una riflessione che coinvolge le tecnologie, la sicurezza dei pazienti, la sostenibilità del sistema complessivo, la governance e le competenze, ma anche l’etica della sanità e delle innovazioni in healthcare.
Per questo la lezione magistrale che aprirà il Convegno sarà tenuta da Raffaele Cantone, presidente dell’ANAC, ed avrà come titolo: “Trasparenza e onestà come valori fondamentali per la sanità di oggi e di domani” (ore 10,30, giovedì 10 maggio), “un intervento – sottolinea Leogrande – da cui ci attendiamo un messaggio di indirizzo etico e di guida per la nostra professione e per tutti coloro che stanno concretamente offrendo un contributo sul rinnovamento del sistema delle cure nel nostro Paese”.
Muovendosi da fondamenti di etica, competenza professionale e innovazione tecnologica e di sistema, il convegno AIIC ha previsto nel suo programma congressuale oltre 40 sessioni, 13 corsi di formazione, approfondimenti con i colleghi dell’ingegneria internazionale, lezioni magistrali, demo e workshop.
Il XVIII Convegno Nazionale – in cui vengono anche ricordati i 25 anni di fondazione dell’Associazione, nata nel 1993 a seguito del Decreto ministeriale “Elenco delle alte specialità e fissazione dei requisiti necessari alle strutture sanitarie per l’esercizio delle attività di alta specialità” – si apre con uno degli eventi centrali del programma, cioè la sessione plenaria “Ingegneria clinica e biomedica in Italia: una necessità per la salute, un’opportunità per il paese” (ore 11.00, giovedì 10 maggio), tavola rotonda a cui sono attesi alcuni dei nomi importanti della sanità e della ricerca del nostro Paese (dal ministro Beatrice Lorenzin a Walter Ricciardi, da Massimiliano Boggetti di Assobiomedica a Maria Chiara Carrozza).
La sessione permetterà di fare il punto su una professione che è entrata in una nuova fase proprio grazie al DDL Lorenzin che ne ha finalmente offerto una definizione legislativa e professionale specifica (“E’ istituito presso l’Ordine degli ingegneri l’elenco nazionale certificato degli ingegneri biomedici e clinici”), che è presente quasi ovunque (anche se il Sud si presenta ancora un po’ scoperto di servizi di ingegneria clinica strutturati) ed è ormai considerata un riferimento professionale imprescindibile anche a livello istituzionale. Una professione che durante l’evento romano offrirà il primo identikit dell’ingegnere clinico, realizzato dal Centro Studi AIIC elaborando i dati degli iscritti e suddividendoli per area geografica, genere, titolo di studio, ambito di operatività professionale.
Le altre sessioni plenarie e di maggior portata dell’evento romano sono quelle dedicate a “25 anni di Ingegneria Clinica in Italia: evoluzione di una professione” (ore 9.00, venerdì 11 maggio), “L’innovazione in sanità dall’industria al paziente” (ore 11.00, venerdì 11 maggio), “Il registro nazionale degli ingegneri clinici e biomedici” (ore 11.00, venerdì 11 maggio), “La salute di domani, le tecnologie di oggi: lo scenario internazionale” (ore 14.30, venerdì 11 maggio), “Il Programma Nazionale HTA: stato dell’arte e prospettive future” (ore 14.30, venerdì 11 maggio).
A queste plenarie si aggiungono simposi sui temi classici della professione, dalla gestione dei servizi ospedalieri all’health operations management, dalle gare centralizzate al nuovo regolamento sui medical devices.
Si alterneranno poi le sessioni sui temi di attualità digitale professionale (“Cybersecurity e dispositivi medici: privacy e sicurezza della salute”, ore 14.30, giovedì 10 maggio; “La centralizzazione degli acquisti per il procurement delle tecnologie: volano per l’innovazione tecnologica o solo revisione della spesa?”, ore 9.00, venerdì 11 maggio; “Disruptive technologies: attualità e frontiere della sanità digitale”, ore 14.30, venerdì 11 maggio), con ampio spazio dato alle tematiche di security, big data, cloud e blockchain in sanità.
Nel programma è poi prevista la premiazione del primo Health Technology Challenge (ore 9.00, venerdì 11 maggio), una ‘sfida’ professionale lanciata da AIIC per progetti innovativi in grado di proporre esperienze e soluzioni per affrontare i tanti piccoli e grandi problemi della sanità.
Un posto particolare l’avranno all’interno del XVIII Convegno AIIC le Demo-IHE (previste ogni giorno previo-prenotazione che avverrà direttamente presso la segreteria al Palazzo dei Congressi), che secondo Stefano Bergamasco (presidente del Comitato Scientifico dell’evento) rappresenta “una vera e propria ‘palestra di interoperabilità’ in cui produttori di tecnologie diverse sperimentano l’integrazione dei dati generati all’interno di articolati percorsi clinici”.
Le Demo-IHE (l’acronimo sta per Integrating Healthcare Enterprise) presenteranno nel concreto presso un grande box allestito all’interno del Convegno, una serie di simulazioni di casi d’uso in cui diverse aziende mostreranno la possibilità di interoperabilità tra sistemi differenti.
Dopo la lezione introduttiva di Cantone, a concludere il Convegno AIIC sarà un ulteriore confronto di attualità e di forte portata etica: “Dal Green Public Procurement alla donazione di Tecnologie Biomediche ai paesi in via di sviluppo” (ore 9.00, sabato 12 maggio). La sessione vedrà l’approfondimento di temi che riguardano le donazioni di tecnologie, tra sostenibilità, scelta ecologica e refurbishing, il tutto all’interno delle Linee Guida per le Donazioni elaborate dal gruppo di lavoro dell’AIIC e presentate in anteprima a Roma.