A Napoli, dall’11 al 13 novembre alle 9.00, organizzato dalla Sipi (Società Italiana di Psicoterapia Integrata) si tiene nel Conservatorio di San Pietro a Majella il convegno “La psicosi da pericolo ad opportunità”, per lanciare il messaggio che la malattia mentale si può curare grazie a nuovi modelli di diagnosi e di cure efficaci. Ospite d’eccezione il luminare della psicoriabilitazione Luc Ciompi e il suo modello bio-psico-sociale.
È durato un anno il tour della Sipi, che ha organizzato in tutte le province della Campania seminari, convegni, sedute dal vivo, a cui hanno partecipato oltre 2mila persone, a confronto pazienti e le loro famiglie, esperti, psicologi psicoterapeuti, medici, sociologi, operatori sanitari.
Le giornate di Napoli saranno suddivise in sessioni scientifiche per il confronto schietto tra gli esperti del settore e i clinici, e gruppi di lavoro (convegno parallelo) tra tecnici, volontari, pazienti e familiari per dar loro speranza attraverso il dialogo e spiegare che i malati possono tessere rapporti con l’esterno e che non c’è famiglia in Italia che non sia toccata direttamente o indirettamente dalla malattia mentale.
“Lavorando con i metodi giusti – spiega il prof. Giovanni Ariano direttore della Sipi – è possibile intervenire in modo tempestivo e continuo sulle patologie gravi, combattendo così il loro aggravarsi e interrompendo la spirale della cronicità invalidante”.
Si parlerà anche della teoria bio-psico-sociale della psicosi e della riabilitazione di Ciompi, che parte dall’assunto che lo psicotico non è un malato organico, ma la sua patologia e il suo recupero sono dati dalla convergenza rispettivamente negativa (malattia) o positiva (riabilitazione) di fattori sia biologici, sociali e psicologici. Come illustrato nel modello della Sipi: non si nasce matti, lo si diventa per la convergenza di fattori psicologici, sociali e biologici e dalla malattia mentale si può guarire se si intraprende la cura adeguata. Non basta la camicia di forza farmacologica.
fonte: ufficio stampa