Sottoscritta oggi, giovedì 11 luglio, dal Presidente FIASO Ripa di Meana la carta dei 9 diritti per garantire, oltre alle cure mediche, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita nelle strutture sanitarie. Alla Cerimonia per la firma del Manifesto intervenuti i rappresentanti degli enti promotori: Tanese – ASL Roma 1, Falà -Tavolo Interreligioso di Roma, Favari -GMC Università Cattolica – Hospice Villa Speranza
Roma, 11 luglio 2019 – Anche la FIASO, la Federazione Italiana Aziende e Strutture Ospedaliere ha aderito al “Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita”. Un atto importante la firma apposta oggi, giovedì 11 luglio, da parte del Presidente FIASO, dottor Francesco Ripa di Meana, che sancisce il sostegno della Federazione che riunisce le Aziende Sanitarie e Ospedaliere italiane al Manifesto di 9 diritti che ha l’obiettivo di garantire, oltre alle cure mediche, il rispetto della dignità e il supporto religioso e spirituale per chi si trova nella fase finale della vita all’interno delle strutture sanitarie.
Alla Cerimonia della Firma, che si è svolta a Roma presso la sede del CNEL, in occasione dell’Assemblea annuale dei Soci FIASO, sono intervenuti il dottor Angelo Tanese, la professoressa Maria Angela Falà e il dottor Paolo Favari in rappresentanza dei tre enti promotori del Manifesto: ASL Roma 1, Tavolo Interreligioso di Roma e GMC Università Cattolica – Hospice Villa Speranza.
Il Manifesto è frutto di una particolare sensibilità nei confronti del dialogo interreligioso in ambito sanitario e rappresenta il punto di arrivo di un percorso pienamente condiviso con le confessioni religiose per trasformare i nove diritti enunciati in procedure operative.
Il Manifesto Interreligioso dei Diritti nei Percorsi di Fine Vita è stato presentato pubblicamente e sottoscritto il 5 febbraio 2019 nel Salone del Commendatore del Complesso Monumentale del Santo Spirito, all’interno della Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa promossa dall’Assemblea Generale dell’ONU, alla presenza del Ministro della Salute Giulia Grillo e dell’Assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato.
Nel mese di aprile al Manifesto è stato attribuito un prestigioso Riconoscimento internazionale: il Second Prize della “World Interfaith Harmony Week”, evento annuale istituito con risoluzione delle Nazioni Unite nel 20IO su proposta del Re Abdullah di Giordania, per promuovere il dialogo interreligioso e la reciproca comprensione tra le diverse tradizioni di fede o di pensiero, fondamentali per una cultura della pace.
Primi firmatari del Manifesto, accanto al Comitato Promotore composto da ASL Roma 1, GMC Università Cattolica – Hospice Villa Speranza e Tavolo Interreligioso di Roma, sono stati: Centro Islamico Culturale d’Italia, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Diocesi Ortodossa Romena d’Italia, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Buddhista Italiana, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Unione Induista Italiana, Unione Italiana Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno, Vicariato di Roma, AVO (Associazione Volontari Ospedalieri), CSV Lazio (Centro Servizio per il Volontariato), Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato.
Sempre lo scorso aprile il Manifesto è stato sottoscritto dalla FNOPI (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche).
“Il fatto che il Manifesto venga oggi siglato anche da FIASO – sottolinea il Presidente della Federazione, Francesco Ripa di Meana – è la testimonianza dell’impegno che le Aziende sanitarie hanno profuso e ancor più vogliono assicurare in futuro per promuovere l’alfabetizzazione al pluralismo religioso anche nei nostri ospedali e nelle nostre ASL. Consapevoli del fatto che il diritto alle cure e all’assistenza possano e debbano andare di pari passo con una umanizzazione dei servizi che non può prescindere dal rispetto delle diversità culturali e religiose”.
“Il Manifesto – commenta Angelo Tanese, Dg della ASL Roma 1- è un progetto che parte da lontano, con un Laboratorio che da alcuni anni si propone di realizzare un’accoglienza interculturale e multireligiosa nell’Ospedale Santo Spirito e nelle strutture sanitarie della nostra ASL. Con la firma di oggi contiamo di diffondere, anche attraverso FIASO, questa cultura del rispetto per la diversità culturale e religiosa, essenziale per fare buona sanità in una società che è sempre più aperta, e la particolare attenzione che dobbiamo alle persone nei percorsi di fine vita”.
“Quella che si è aggiunta oggi è una ulteriore e importante tessera di un mosaico che si sta completando perché i diritti contenuti nel Manifesto vengano sempre più conosciuti e soprattutto attuati – concludono la Presidentessa del Tavolo interreligioso Falà e il Dg di GMC Università Cattolica Favari – L’obiettivo che dall’inizio ci siamo posti è di dare concretezza ai 9 diritti del Manifesto in tutte le strutture sanitarie italiane. Stiamo perciò lavorando per completare l’elaborazione e diffondere le linee guida che saranno messe a disposizione di tutti gli operatori sanitari. Un Manifesto che vuole includere tutte le persone di ogni fede nel rispetto del proprio credo nella fase finale della vita all’interno delle strutture sanitarie e ospedaliere”.
Questi nel dettaglio i diritti sanciti da Manifesto:
Diritto di disporre del tempo residuo
Ogni persona ha il diritto di conoscere ed essere reso consapevole del suo percorso di cura e del possibile esito, secondo i protocolli terapeutici più aggiornati, affinché possa gestire la propria vita in modo qualitativamente soddisfacente, anche in relazione alla propria spiritualità e fede religiosa.
Diritto al rispetto della propria religione
Ogni persona ha il diritto di comunicare la propria fede religiosa alla struttura sanitaria affinché possa essere rispettata, in conformità alla normativa sulla privacy.
Diritto a servizi orientati al rispetto della sfera religiosa, spirituale e culturale
Ogni persona ha il diritto di usufruire di servizi rispettosi della sua sfera religiosa, spirituale e culturale, compatibilmente con le possibilità organizzative. A tal fine la struttura sanitaria deve promuovere adeguati percorsi informativi e formativi per gli operatori.
Diritto alla presenza del Referente religioso o Assistente spirituale
Ogni persona ha diritto di avere accanto il proprio Referente religioso o Assistente spirituale cui sia garantito l’accesso, compatibilmente con l’organizzazione dei servizi sanitari.
Diritto all’assistenza di un mediatore interculturale
Ogni persona ha il diritto nel percorso di fine vita di potersi avvalere di un mediatore interculturale o altra persona competente autorizzata, il cui intervento viene favorito dalla struttura sanitaria.
Diritto a ricevere assistenza spirituale anche da parte di Referenti di altre fedi
Ogni persona ha il diritto di chiedere, qualora l’Assistente spirituale della propria fede non fosse disponibile, l’assistenza da parte di un Referente di altra fede.
Diritto al sostegno spirituale e al supporto relazionale per sé e per i propri familiari
Ogni persona ha il diritto di ricevere all’interno della struttura sanitaria il sostegno spirituale e il supporto relazionale per sé e per i propri familiari.
Diritto al rispetto delle pratiche pre e post-mortem
Ogni persona ha diritto al rispetto delle pratiche pre e post mortem previste dalla religione di appartenenza. La struttura sanitaria è tenuta a conoscere tali pratiche, a formare adeguatamente il proprio personale e a creare le condizioni perché queste pratiche possano essere realizzate, in conformità con la normativa vigente.
Diritto al rispetto reciproco
Ogni diritto porta come conseguenza il dovere di ognuno di rispettare il credo religioso degli altri, siano essi pazienti, familiari o personale di cura.