Asl Roma 6, la chirurgia oculistica del Lazio tra le eccellenze mondiali
Roma – Il Lazio, grazie all’ospedale dei Castelli, diventa protagonista come eccellenza rispetto ad altri Paesi nel mondo per una particolare tecnica di chirurgia oculistica ‘made in Italy’, nata e perfezionata da luminari italiani. Questa nuova tecnica è stata presentata nel corso di un evento che ha visto la partecipazione del Presidente del Consiglio regionale del Lazio, Antonello Aurigemma, dell’Assessore regionale al Bilancio e all’Agricoltura, Giancarlo Righini, del Capo di Gabinetto del Ministero della Salute e già Direttore del Dipartimento del Territorio della Asl Roma 6, Marco Mattei, del Senatore della Repubblica, Marco Silvestroni, e del Deputato della Repubblica, Andrea Volpi. Presenti il Commissario Straordinario della Asl Roma 6, Francesco Marchitelli, e il Direttore Sanitario Asl Roma 6, Vincenzo Carlo La Regina. Tra quanti sono intervenuti il dottor Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile Uos Chirurgia vitreo retinica dell’ospedale dei Castelli, e il dottor Augusto Pocobelli, Primario Oculista Azienda San Giovanni Addolorata e Responsabile della Banca degli occhi.
Protagonista una 66enne, residente ad Ariccia, che ha riacquistato la vista dopo circa 5 anni di buio totale da un occhio, completamente cieco da 21 anni. Si tratta di un intervento effettuato con una tecnica tutta italiana denominata “Cheratoprotesi”, ovvero l’installazione di una protesi artificiale biologica a lungo termine bio integrabile capace di risolvere i casi complicati non risolvibili con il trapianto di cornea.
È stata ripristinata la vista per mezzo di una cornea artificiale costituita da un lenticolo ottico ancorato ad un supporto osseo ricoperto dalla mucosa buccale del paziente per garantirne la chiusura a sigillo e permettere così il passaggio della luce attraverso la cornea danneggiata da un leucoma vascolarizzato in conseguenza di danni fisici chimici o da malattie autoimmuni.
Il dott. Franco Arrigoni, Dirigente Responsabile della Uos di Chirurgia vitreo retinica dell’ospedale dei Castelli, insieme all’equipe multidisciplinare ha assunto l’impegno di continuare a tramandare questa tecnica iniziata con il professore Strampelli nel 1963 e continuata dal professore Falcinelli.
L’ospedale dei Castelli, grazie alla sensibilità del Commissario Straordinario Marchitelli e del Direttore Sanitario la Regina che puntano sull’umanizzazione delle cure, intende dunque combattere la cecità corneale grazie alla Cheratoprotesi, ereditata dai grandi maestri dell’oftalmologia italiana.
Arrigoni ha conosciuto personalmente Strampelli e Falcinelli 31 anni fa ed è stato diretto allievo di Falcinelli. Il prof. Petitti, presidente della fondazione Falcinelli ha sempre riconosciuto in Arrigoni ‘l’erede’ del luminare Falcinelli e l’auspicio e intenzione futura è tramandare questo sapere anche a nuovi chirurghi oculisti. Finora i centri specializzati che portano avanti l’osteocheratoprotesi si trovano in India, Germania, Inghilterra, Colombia e Usa.
Oggi il Lazio torna protagonista tra le eccellenze mondiali grazie all’impegno assunto dalla Asl Roma 6, che pone l’ospedale dei Castelli come punto di riferimento per questo speciale intervento chirurgico.
“Abbiamo un grande tesoro – ha affermato il Commissario Straordinario della Asl Roma 6, Francesco Marchitelli – che intendiamo difendere e tramandare: questa tecnica tutta ‘made in Italy’ che grazie a questo straordinario intervento chirurgico sarà praticata proprio qui all’ospedale dei Castelli. L’importanza di puntare sulle tecniche chirurgiche e mediche italiane per farne delle eccellenze risiede nella creazione di un sistema sanitario robusto e affidabile, in grado di offrire risposte certe alle persone che hanno bisogno non solo di fidarsi ma di affidarsi. Questo nuovo capitolo per la chirurgia oculistica avviato all’ospedale dei Castelli consentirà di migliorare la qualità di vita delle persone che per noi è la missione principale che detta tutte le azioni che questa Asl sta mettendo in campo per dare delle risposte concrete”.
“Inoltre – ha concluso – l’evento di oggi può dare un buon contributo a consolidare la reputazione internazionale del nostro sistema sanitario italiano e del Lazio in particolare modo che continua a raggiungere importanti risultati. Le nostre eccellenze mediche e chirurgiche non solo possono garantire trattamenti di alta qualità per i pazienti del Lazio, ma possono anche attirare l’interesse di altri Paesi del mondo proprio come successo con questa tecnica che nel corso degli ultimi 30 anni è stata adottata all’estero con grande attenzione”.