Italian Chiropratic Award: eletto a Roma il “Chiropratico dell’anno 2024”

Il prof. Joseph Cannillo riceve il premio Chiropratico dell’Anno dal presidente dell’AIC John WIlliams e dal comitato direttivo dell’Associazione Italiana Chiropratici

Roma, 1 novembre 2024 – Al cinquantennale dell’AIC – Associazione Italiana Chiropratici, tenutosi nei giorni scorsi a Roma, sono stati assegnati i premi e riconoscimenti ai soci che si sono particolarmente distinti per il contributo nel promuovere la professione chiropratica in Italia.

Tra i principali riconoscimenti, il prof. Joseph Cannillo è stato insignito del titolo di “Chiropratico dell’anno 2024” per la sua dedizione e per il fattivo contributo nel promuovere la professione chiropratica in Italia. Italo americano, pugliese di nascita, Cannillo è il responsabile della commissione scientifica dell’AIC e vanta un importante curriculum professionale maturato soprattutto negli Stati Uniti dove ha conseguito le lauree in biologia e chiropratica oltre a varie specializzazioni accademiche in ambito sanitario.

“La storia della chiropratica in Italia è stata profondamente legata alla nascita dell’AIC – racconta il Presidente dell’Associazione Italiana Chiropratici, John Williams – Dopo aver iniziato ad esercitare in Italia agli inizi degli anni ’80 mi sono reso conto che sul mondo della chiropratica, quello vero e professionale, c’era ancora tanta diffidenza e poca conoscenza delle reali competenze della categoria. Ciò purtroppo deriva dal fatto che in Italia, non esiste ancora oggi una regolamentazione della professione. In molti paesi europei e negli Usa, per divenire chiropratici è necessario svolgere un percorso universitario e di abilitazione che può durare fino a otto anni”.

Grande commozione per il riconoscimento assegnato al dott. Gilbert Meyronet, socio fondatore dell’associazione che l’AIC ha ringraziato per il costante impegno, la passione e la professionalità dedicati alla diffusione e alla crescita della professione chiropratica in Italia.

Tra i professionisti che di più hanno contribuito nel 2024 alla divulgazione e alla ricerca scientifica della chiropratica in Italia certificati di merito sono stati consegnati al dott. Joseph Luraschi, autore del recente libro edito da Mondadori sui benefici della chiropratica e alla dott.ssa Luisanna Ciuti, attualmente membro della Commissione Scientifica AIC, organismo collegiale anch’esso premiato per la sua attività di ricerca.

Il cinquantennale dell’associazione è stato anche il momento per celebrare i trent’anni del Comitato Sportivo – CICS per il costante impegno nel mondo dello sport, ma anche per i risultati raggiunti. Oggi infatti i dottori chiropratici sono protagonisti all’interno degli staff sanitari delle principali società sportive agonistiche di vari sport, ma anche nel team sanitario delle olimpiadi. Guidato dal dott. Gino Campanelli, il Comitato Italiano di Chiropratica Sportiva esiste in Italia dal 1994 e rappresenta il perno del coordinamento fra l’AIC, la FICS e le varie organizzazioni sportive nazionali dei singoli paesi.

Al centro degli approfondimenti che hanno visto la partecipazione di una platea internazionale c’è stato il tema del futuro della professione del chiropratico in Italia. Il contrasto all’abusivismo nella professione e il lungo lavoro dell’Associazione per ottenere la laurea magistrale a ciclo unico anche in Italia sono, infatti, i due cardini dell’Associazione Italiana Chiropratici, che dal 1974 tutela i pazienti e i professionisti e promuove la chiropratica, già categoria sanitaria riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le professioni sanitarie di grado primario.

“I chiropratici – conclude John Williams – sempre più spesso lavorano a fianco dei medici e vi è un profondo rispetto reciproco delle professionalità. In Italia, ancora oggi è tutto più difficile. Non esistono ancora dei percorsi universitari ad hoc, ma nemmeno dei corsi assimilabili e riconosciuti. Il risultato è che i giovani che vogliono intraprendere questa professione sono costretti a recarsi all’estero per studiare e laurearsi, con tutto ciò che ne consegue in termini di maggiori costi per mantenersi gli studi fuori dal loro Paese”.

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