Roma, 27 gennaio 2017 – Giacomo Urtis non è Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica e pertanto non può essere definito chirurgo plastico, né chirurgo estetico. Alla vigilia del lancio della nuova edizione dell’Isola dei Famosi (dal 30 gennaio su Canale 5), la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica SICPRE sottolinea i requisiti di chi può correttamente utilizzare il titolo di chirurgo plastico e chirurgo estetico.
Chi è il chirurgo plastico
“In base alla normativa italiana – spiega Paolo Palombo, presidente della società scientifica che raccoglie l’80% dei chirurghi plastici del nostro Paese – chi è in possesso della laurea in Medicina e Chirurgia può dedicarsi alla chirurgia plastica, come peraltro all’otorinolaringoiatria, oculistica, ortopedia, ginecologia e ostetricia e a molte altre discipline. Per potersi definire chirurgo plastico e chirurgo estetico, però, occorre aver conseguito la Specialità in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica, che si ottiene con un esame al termine un corso di 5 anni che segue alla laurea in Medicina e Chirurgia. Giacomo Urtis, che è un medico Specialista in Dermatologia e Venerologia, non può fregiarsi di questo titolo”.
E non è solo una questione di ‘etichette’ o di vuoti titoli. “Conseguire la Specialità vuol dire fare pratica in ospedale per cinque anni, tutti i giorni, acquisendo dimestichezza con tutte le tecniche e i dispositivi utilizzati dalla Specialità – sottolinea ancora Palombo – Alcuni interventi di chirurgia plastica possono essere eseguiti anche da chi non è Specialista, ma ovviamente la preparazione di chi ha conseguito questo titolo è molto diversa rispetto a chi si è fermato prima, o ha proseguito su altre strade”.
Pazienti, quindi, attenzione. Il consiglio della SICPRE – che ricalca in questo la posizione delle più prestigiose associazioni straniere e internazionali di chirurgia plastica, con cui è gemellata -, è sempre quello di verificare l’iter formativo seguito dal medico a cui si pensa di affidarsi.
“La chirurgia plastica è una pratica sicura – dice Palombo – a patto però che sia eseguita in ambienti idonei e da specialisti seri e preparati, che si sono formati nel migliore e più completo dei modi per affrontare questi interventi e le eventuali complicanze che possono derivare. In ogni atto umano è insito un rischio e gli interventi di chirurgia plastica, ovviamente, non fanno eccezione. Per questo è fondamentale affidarsi a chi ha studiato per fronteggiare ogni eventualità”.
Perché, una volta di più, la salute e la sicurezza sono cose serie. E lo spettacolo è un’altra cosa.
Specialisti in chirurgia plastica e ‘cultori’ della materia, qual è la differenza
Nulla impedisce a un ingegnere di frequentare un corso di danza, nulla vieta a un fisioterapista di seguire un master di scrittura. Al termine di queste esperienze, per quanto serie e ben fatte, il primo non avrà la preparazione di un ballerino diplomato all’Accademia della Scala e il secondo non sarà un giornalista professionista iscritto all’Albo.
“Lo stesso vale per la chirurgia plastica – spiega Palombo – Diversi atenei italiani organizzano Master in Chirurgia Plastica per chi ha conseguito la laurea in Medicina e Chirurgia, ma chi ottiene questo titolo può definirsi un cultore della materia, non uno Specialista”.
Come dire, un conto è approfondire per interesse personale e per il gusto di saperne di più, altro aver conseguito il massimo titolo di formazione.
fonte: ufficio stampa