Dott. Rocco Rago: “Sono sempre di più gli interventi che è possibile eseguire senza lunghi ricoveri, con al massimo una notte passata in reparto: il tutto seguendo rigorosamente gli standard internazionali, con grande beneficio per i pazienti”
Pisa, 10 gennaio 2023 – Da oltre un mese nell’Azienda ospedaliero-universitaria pisana è utilizzata una nuova tecnica di trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna che permette di trattare e dimettere i pazienti nell’arco di poche ore, evitando ricoveri ospedalieri prolungati.
L’intervento, eseguito in anestesia locale, consiste nell’inserimento di due sottili aghi nel tessuto ipertrofico della prostata. Gli aghi sono attraversati da una fibra laser finissima che sprigiona un’energia termica tale da necrotizzare il tessuto, che viene poi riassorbito entro due o tre mesi. Ogni singolo trattamento ha la durata di pochi minuti e si svolge in un’unica sessione.
Come spiega il prof. Riccardo Bartoletti, direttore dell’unità operativa Urologia 1 dell’Aou pisana, “sono già stati trattati circa quaranta pazienti con eccellenti risultati. Questa tecnica consente infatti di curare pazienti con qualsiasi dimensione prostatica, garantendo la preservazione di tutte le funzioni sessuali nel 97% dei casi, come risulta da studi realizzati in Italia e all’estero. Possiamo inoltre intervenire con successo anche su pazienti che portano cateteri in permanenza”.
Questa tecnica si affianca a un’altra metodica mininvasiva che Aou pisana ha adottato per prima, in Toscana, e che è destinata a pazienti più giovani e con ipertrofie prostatiche meno rilevanti. In questo caso, attraverso il canale urinario, viene introdotto un ago a radiofrequenza che genera vapore acqueo.
Attraverso l’aumento controllato della temperatura locale, le cellule prostatiche muoiono inducendo un processo di regressione della porzione di ghiandola che impedisce il normale flusso urinario. Anche questa tecnica permette di mantenere inalterate le funzioni sessuali pressoché nella totalità dei pazienti, oltre a consentire di svuotare autonomamente la vescica, senza aiuti farmacologici.
I pazienti selezionati per questi interventi mininvasivi vengono ricoverati nel Centro multidisciplinare di ricovero breve dove, negli ultimi anni, si è registrato un costante aumento nella complessità delle patologie trattate.
Come conferma il dott. Rocco Rago, direttore del Centro, “sono sempre di più gli interventi che è possibile eseguire senza lunghi ricoveri, con al massimo una notte passata in reparto: il tutto seguendo rigorosamente gli standard internazionali, con grande beneficio per i pazienti. Per quanto riguarda il numero degli interventi, nel 2022 abbiamo raggiunto i livelli toccati prima della pandemia, e nel 2023 avremmo la possibilità di incrementare notevolmente i nostri volumi”.