Chieti, 30 agosto 2022 – L’Università degli Studi “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara è ancora una volta protagonista nel settore della ricerca sulla medicina prenatale.
La Clinica Ostetrica e Ginecologica, diretta dal prof. Marco Liberati, è autrice di uno studio internazionale, pubblicato su Ultrasound in Obstetrics and Ginecology, che rappresenta il risultato di una collaborazione tra i più importanti centri di medicina prenatale in Europa e Canada e che riporta come l’integrazione tra l’ecografia prenatale e la risonanza magnetica si associa a un aumento dell’accuratezza diagnostica nella predizione dell’infezione congenita da Citomegalovirus.
Lo studio è stato disegnato dal prof. Francesco D’Antonio, Specialista in Medicina e Chirurgia Fetale, rientrato alla “d’Annunzio”, dove ha studiato e si è laureato, dopo un periodo di nove anni all’estero, tra Regno Unito e Scandinavia, e il prof. Massimo Caulo, docente di Diagnostica per immagini e Radioterapia nonché Direttore U.O.C di Radiodiagnostica presso il Policlinico “SS. Annunziata” di Chieti, e ha visto il coinvolgimento attivo del dottor Danilo Buca, dirigente medico presso la UOC di Ginecologia ed Ostetricia e la dott.ssa Luigia Gentile, dirigente medico della UOC di Radiologia.
La pubblicazione di questo studio testimonia la qualificata collaborazione scientifica tra la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Università “d’Annunzio” ed i più importanti centri internazionali interessati alla ricerca in Medicina Prenatale ed alla Chirurgia Fetale.
L’attività di ricerca svolta a livello universitario è fortemente interconnessa con l’attività clinica del “Centro di Medicina Prenatale e Gravidanza a Rischio” del Policlinico “SS. Annunziata” di Chieti, volta ad assicurare la migliore assistenza alle future madri e al loro nascituro.
Tra le sue attività, il centro di Medicina Prenatale si occupa della gestione delle donne in gravidanza con infezione da Citomegalovirus, in congiunzione con la UO di Neonatologia e Terapia Intensiva neonatale diretta dal professor Diego Gazzolo e la UOC di malattie Infettive diretta dal prof. Jacopo Vecchiet.
“I risultati di questo studio – spiega il prof. Francesco D’Antonio – dimostrano come l’integrazione tra ecografia prenatale e risonanza magnetica fetale aumenta l’accuratezza diagnostica di infezione congenita da Citomegalovirus. Questo studio conferma inoltre che, contrariamente a quanto riportato in passato, la prognosi dei bambini con infezione congenita da Citomegalovirus ed ecografia o risonanza magnetica nella norma, risulta ottima in una larghissima percentuale di casi”.