Instant Report Covid-19 di ALTEMS: a confronto i modelli gestionali adottati nelle diverse Regioni italiane

Roma, 8 aprile 2020 – Nell’arco di 8 giorni (dal 31 marzo al 7 aprile), l’incidenza dei casi Covid-19 in Lombardia è passata dallo 0,43% allo 0,52%, oltre il doppio di quella media calcolata su tutta Italia (che è lo 0,22%, in crescita rispetto allo 0,17% al 31 marzo). Inoltre sempre in Lombardia oltre 1 caso su 10 di casi Covid-19 riguarda operatori sanitari. In Piemonte l’incidenza di casi Covid-19 si attesta a 0,31%, nella Regione Lazio è dello 0,07%.

Sono alcuni risultati del secondo Istant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari – ALTEMS dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale e in 5 Regioni italiane, che rappresentano il 48,9% della popolazione e che al 31 marzo vedono tra i loro abitanti il 70% dei positivi al nuovo Coronavirus rispetto al totale dei positivi sul territorio nazionale.

Il gruppo di lavoro dell’Università Cattolica, è coordinato da Americo Cicchetti, Professore Ordinario di Organizzazione Aziendale presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore con l’advisorship scientifica del prof. Gianfranco Damiani e della dott.ssa Maria Lucia Specchia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica (Sezione di Igiene).

Il team multidisciplinare è composto da economisti e aziendalisti sanitari, medici di sanità pubblica, ingegneri informatici e statistici. Fanno parte del gruppo Americo Cicchetti Gianfranco Damiani, Maria Lucia Specchia, Michele Basile, Rossella Dibidino, Eugenio Di Brino, Maria Giovanna Di Paolo, Andrea Di Pilla, Fabrizio Massimo Ferrara, Luca Giorgio, Teresa Riccardi, Filippo Rumi, Angelo Tattoli.

Secondo l’Instant Report (pubblicato integralmente sul sito dell’Alta Scuola dell’Università Cattolica https://altems.unicatt.it/) il contagio da Sars-COV-2 ha riguardato più intensamente gli operatori sanitari in Regione Lombardia (12,2% dei contagiati), meno quelli delle altre Regioni (intorno al 5% in Veneto e in Emilia-Romagna; 3% nel Lazio; 1% in Piemonte).

L’Instant Report evidenzia che stanno emergendo tre modelli di risposta:

  • gestione prevalentemente ospedaliera, che caratterizza la Regione Lombardia e in parte la Regione Lazio;
  • gestione prevalentemente territoriale che caratterizza la Regione Veneto;
  • gestione combinata ospedale-territorio che caratterizza Emilia-Romagna e Piemonte (soprattutto dopo il 20 marzo).

La gestione prevalentemente ospedaliera si caratterizza per una crescita dei posti letto in terapia intensiva inferiore al 50% (al 31 marzo. non erano ancora attivati i posti letto nell’ospedale allestito in Fiera di Milano) che passano da 9/100.000 abitanti a 12,58 (Lombardia) e da 9,44/100.000 a 11,99 nel Lazio con un tasso di saturazione medio che va oltre il 100% in Lombardia e in Piemonte e che si mantiene basso nelle altre Regioni ( nel Lazio è al 27%, in Emilia-Romagna al 38%); un maggiore ricorso all’ospedalizzazione che riguarda in media il 50% dei positivi in Lombardia e si attesta intorno al 45% nelle altre Regioni con eccezione del Veneto che ha ricoverato ‘solo’ il 22% dei positivi. Il rapporto tra pazienti trattati in terapia intensiva e pazienti in terapia a domicilio è a oggi doppio in Regione Lombardia e nella Regione Lazio rispetto a quanto accade in Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte.

Il modello della Regione Veneto presenta un’alta incidenza di tamponi effettuati fin dai primi giorni anche sugli asintomatici che in Veneto raggiunge il 3,13% della popolazione regionale (contro l’1,25% nazionale); una crescita dei posti letto in terapia intensiva superiore al 50%,che passano da 10/100.000 abitanti a 16,81 in Veneto (36%); un minore riscorso all’ospedalizzazione che riguarda il 23% dei positivi, nel caso del Veneto; una maggiore incidenza dell’uso delle terapie intensive per i pazienti una volta giunti in ospedale che distingue il comportamento del Veneto (20%) rispetto alle altre Regioni; il rapporto tra pazienti trattati in terapia intensiva e pazienti assistiti a domicilio è la metà in Veneto ed Emilia-Romagna rispetto a quanto accade in Lombardia e nel Lazio.

Infine, il modello di gestione combinata ospedale-territorio sembra essere adottato dalla Regione Emilia-Romagna fin dall’inizio della crisi e successivamente al 23 marzo anche dal Piemonte ed è caratterizzato da un’incidenza di tamponi effettuati superiore alla media nazionale – in Emilia-Romagna (1,7% contro l’1,25% nazionale) anche se concentrati sui sintomatici; massima crescita dei posti letto in terapia intensiva superiore al 50%, che passano da 10/100.000 abitanti a 21,81 in Emilia-Romagna; un ricorso intermedio all’ospedalizzazione che in Emilia-Romagna ha riguardato il 40% dei positivi e che è un dato inferiore a quello di Lombardia, Lazio e Piemonte, ma ben superiore all’incidenza registrata in Veneto; una minore incidenza dell’uso delle terapie intensive per i pazienti una volta giunti in ospedale; Emilia-Romagna e Piemonte hanno in questo caso un comportamento analogo a quello della Lombardia; si osserva una propensione a trattare i pazienti a domicilio rispetto al ricorso alla terapia intensiva: l’Emilia-Romagna in questo indicatore appare analoga al Veneto. Il Piemonte, dopo una prima fase di basso utilizzo dell’assistenza domiciliare cambia repentinamente atteggiamento dopo il 20 marzo all’acuirsi del contagio.

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