Assisi, 6 maggio 2019 – L’inquinamento ambientale uccide in Europa 556mila persone l’anno e 7 milioni nel mondo. Si stima inoltre che 9 persone su 10, a livello mondiale, respirino aria contenente alti livelli di sostanze inquinanti, provocando gravi e irreversibili effetti sulla salute: un terzo dei decessi per ictus, cancro ai polmoni e malattie cardiache è causato, infatti, dall’inquinamento atmosferico.
È il drammatico bilancio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, che diventa allarme per la salute pubblica globale. Il medesimo allarme è stato lanciato anche da Papa Francesco nella sua enciclica Laudato si’, con la quale esorta l’umanità a prendersi cura della nostra “casa comune”, la Terra. L’enciclica interpella il mondo della salute attraverso la prospettiva dell’ecologia integrale, un paradigma capace di tenere insieme molti temi del prendersi cura e che mette in evidenza una verità importante: tutto è in relazione, collegato e connesso.
Su questi temi si articolerà la sessione “Custodire il creato per una salute integrale”, curata dall’Istituto Serafico di Assisi, che si svolgerà a Caserta il 13 maggio all’interno del XXI convegno nazionale di Pastorale della Salute della CEI.
L’obiettivo principale del Convegno nazionale di Pastorale della Salute della CEI, il cui titolo è “Feriti dal dolore, toccati dalla grazia. La Pastorale della salute che genera il bene”, è mettere a tema la questione dei sensi come strumenti di conoscenza, di diagnosi e cura, di vicinanza e accompagnamento. L’Ufficio nazionale ha chiamato a raccolta associazioni, ordini professionali, enti e strutture che operano nel mondo della salute per conoscersi, scambiarsi idee e costruire nuove alleanze, in una prospettiva che vuole essere multidisciplinare.
La sessione curata dall’Istituto Serafico intende approfondire la stretta relazione che vi è tra ambiente e salute, partendo dalla convinzione che il prendersi cura della persona – intesa nella sua integralità – sia possibile solo attraverso una profonda conversione che parta dal superamento della cura di sé come individuo, verso il prendersi cura di un uomo che è pienamente tale solo quando è in relazione con se stesso, con, gli altri, con il creato e con Dio. Oggi più che mai si avverte la necessità di rispetto e di responsabilità verso la nostra “casa comune”, unici valori in grado di stimolare un impulso che parta dal cuore e dia senso all’azione personale e comunitaria per un crescente sostegno volto alla protezione dell’ambiente.
“La mancanza di cura, di rispetto e di responsabilità verso il creato incidono profondamente sulla vita dell’uomo e diventano una costante minaccia per la salute delle persone. La malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua e nell’aria si ripercuote su tutti gli esseri viventi, così come drammaticamente ci raccontano i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Gli stessi cambiamenti climatici influiscono sullo stato di benessere delle persone e le misure che gli Stati adotteranno per combattere il riscaldamento globale sono prima di tutto misure di sanità pubblica”, dichiara Francesca Di Maolo, Presidente dell’Istituto Serafico di Assisi.
“La dimensione dell’ecologia integrale non è nuova nell’ambito della cura. La salute, nella sua integrità, non è certo una sommatoria di funzioni e per di più estranea all’ambiente in cui la persona vive. Questo potrebbe valere per un essere che può vivere a prescindere dall’aria, dalla terra e dall’acqua, un essere senza interessi, affetti, lavoro, conoscenze e, in definitiva, per un essere senza relazioni. Ma l’uomo è relazione e la cura autentica della vita è inseparabile dalla cura del creato, dalla fraternità, dalla giustizia e da un costante impegno riguardo ai problemi della società. Papa Francesco ci ricorda che “la cura non è della malattia, di un organo o di cellule; la cura è delle persone, nella loro totalità” e che tutto, nel mondo, sia intimamente connesso è evidente nel rapporto ambiente e salute che intendiamo approfondire oggi”, conclude la Presidente Di Maolo.
In quest’ottica, celebrare il Convegno annuale a Caserta rappresenta una scelta simbolica molto importante, perché si tratta di un territorio che è stato duramente ferito. Il percorso di sensibilizzazione della “terra dei fuochi” intrapreso dalle diocesi campane è fondamentale per creare attenzione a livello nazionale su queste tematiche e per contrastare gli effetti dell’isolamento che hanno subito negli ultimi anni.
Infine, non bisogna dimenticare che l’inquinamento atmosferico colpisce soprattutto i più fragili e indifesi, rappresentando una minaccia mortale per oltre il 90% dei bambini di tutto il mondo e influendo negativamente sul loro neurosviluppo e sulle loro capacità cognitive. Basti pensare che solo nel 2016 sono stati 600mila i bambini morti per infezioni acute delle basse vie respiratorie causate da aria tossica. A farne le maggiori spese sono spesso i bambini che vivono nei paesi a basso e medio reddito ed è per questo motivo che Papa Francesco esorta ad ascoltare tanto il grido della Terra quanto il grido dei più bisognosi per fermare il riscaldamento del Pianeta e ridurre le emissioni di gas a effetto serra.