Milano, 29 gennaio 2019 – I sintomi influenzali mettono spesso in allarme i famigliari tanto da chiamare il 118 e chiedere l’intervento dell’ambulanza.
“Sicuramente in soggetti fragili o che hanno patologie concomitanti (diabete, BPCO, patologie cardiovascolari) non si devono sottovalutare i rischi che le complicanze dell’influenza possono avere”, afferma Fabrizio Pregliasco virologo presso il Dipartimento Scienze biomediche per la salute dell’Università degli Studi di Milano e Responsabile scientifico di Osservatorio Influenza e presidente nazionale ANPAS (Associazione nazionale pubbliche Assistenze).
“In questi casi – prosegue Pregliasco – ricorrere al 118 è auspicabile per prendere in carico il paziente nella sua complessità. È meno utile quando, a parte i sintomi influenzali, non si rilevano altri campanelli di allarme. È meno utile non perché l’ambulanza non sia disponibile a portare la persona in ospedale, ma perché il rischio è che il codice di non urgenza assegnato, una volta giunto in pronto soccorso, si traduca in diverse ore di attesa”.
Nei mesi invernali i pronto soccorsi sono sempre molto pieni e oltre le attese molto lunghe ci si espone a ulteriori contatti con virus.
“L’atteggiamento migliore in questi casi, se il peggioramento avviene di notte o in fasce dove non è reperibile il medico di famiglia, è quello di monitorare i sintomi e chiamare la Guardia Medica che può se lo reputa necessario prescrivere i farmaci più adatti”, conclude Pregliasco.