Prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT: “In base ai primi dati dell’emisfero australe il virus influenzale circolerà anche in Italia in maniera abbastanza virulenta, tale da invitare le persone più fragili a vaccinarsi. Il picco influenzale si prevede tra dicembre e gennaio”. Al Ministero della Salute proseguono gli incontri scientifico-istituzionali patrocinati dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali con “La Sanità che vorrei…”. Attenzione ai vaccini contro influenza, Covid, Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, Virus Sinciziale, ma anche per PrEP e anticorpi monoclonali
Roma, 19 ottobre 2023 – Pazienti anziani, oncologici, diabetici, immunocompromessi, con comorbidità e altre malattie croniche: sono questi i soggetti fragili, a maggior rischio di malattia grave e ospedalizzazione in caso di infezione. A loro va dedicata maggiore attenzione nelle campagne di prevenzione, specie in questa fase in cui sono da pochi giorni iniziate le campagne vaccinali con i vaccini anti Covid a mRNA aggiornati e contro l’influenza.
La prevenzione e le vaccinazioni nell’adulto hanno rappresentato uno dei principali temi al centro dell’incontro istituzionale “Prevenzione: obiettivo primario il paziente fragile. Nuove strategie ed approcci” che si è tenuto al Ministero della Salute, secondo appuntamento del progetto “La Sanità che vorrei…”, promosso dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali, in collaborazione con altre società scientifiche, Istituto Superiore di Sanità, associazioni di pazienti, rappresentanze della società civile, imprese, decisori politici e istituzioni.
Influenza, il picco previsto tra dicembre e gennaio
L’inverno 2022-23 ha visto una virulenta stagione influenzale causata dalla limitata circolazione dei virus negli anni precedenti per le misure di contenimento contro il Covid, con un picco anticipato già a novembre e una coda fino ad aprile. Per quest’anno si prevede un’attenuazione rispetto allo scorso anno, pur mantenendo una notevole gravità che ribadisce l’importanza della prevenzione.
“I primi dati dell’emisfero australe fanno supporre con ragionevolezza che il virus influenzale circolerà anche in Italia in maniera abbastanza virulenta, tale da invitare le persone più fragili a vaccinarsi – sottolinea il prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT – Il picco influenzale, lo scorso anno anticipato, si prevede che giungerà tra dicembre e gennaio. La vaccinazione è lo strumento più indicato per limitare la circolazione dei virus, con particolare attenzione per le persone fragili, maggiormente esposte alle forme gravi. Le vaccinazioni contro influenza e Covid si possono fare anche contemporaneamente senza che ciò comporti alcun effetto collaterale”.
Covid: aumento sostenuto di contagi, ma limitati i casi gravi
“In questo mese di ottobre, il numero di casi di SARS-CoV-2 registrato dall’ISS ogni settimana è in lieve diminuzione, anche se la circolazione del virus resta abbastanza sostenuta – evidenzia la prof.ssa Anna Teresa Palamara, Direttore Dipartimento Malattie Infettive, ISS – Ciononostante, l’impatto in termini di casi gravi, ospedalizzazioni e mortalità, resta limitato in quanto la maggioranza della popolazione è protetta dalla vaccinazione, dall’infezione pregressa o da entrambe. Ciò significa anche che dobbiamo mantenere elevato il livello di protezione, soprattutto negli anziani e nelle persone fragili che possono andare incontro, con maggiore probabilità, a una malattia severa. La vaccinazione è importante anche per prevenire il Long Covid, patologia sulla quale stanno emergendo sempre nuovi dati”.
I vaccini nell’adulto come opportunità di protezione
La popolazione fragile è esposta a diverse infezioni dagli effetti potenzialmente molto gravi. “I vaccini contro Pneumococco, Herpes Zoster, Meningococco, Virus Respiratorio Sinciziale rappresentano una grande opportunità contro queste importanti minacce – sottolinea il prof. Claudio Mastroianni – Lo Pneumococco può provocare polmoniti ed essere causa di mortalità nell’anziano. L’Herpes Zoster è una malattia con una grave compromissione della qualità della vita con la nevralgia post-erpetica; nel paziente oncologico può anche ritardare la cura della patologia di base. Per queste infezioni esistono vaccini di cui è riconosciuta l’efficacia e la sicurezza. La vaccinazione ha anche una funzione contro l’antibiotico-resistenza, in quanto limita l’uso inappropriato della terapia antibiotica”.
Il prof. Mauro Cozzoli, Professore Emerito di Teologia Morale presso la Pontificia Università Lateranense e referente sul tema della bioetica presso le CEI, ha evidenziato il tema del valore profilattico della vaccinazione e di quali responsabilità crei la vaccinazione per le persone e la comunità, sollevando una dimensione etica della vaccinazione, che diventa un “dovere morale che risponde alla coscienza individuale”.
PrEP e anticorpi monoclonali: la prevenzione farmacologica oltre ai vaccini
Il progresso scientifico ha recentemente messo a disposizione anche una serie di strumenti farmacologici di importanza strategica. “La prevenzione è composta da vari strumenti – sottolinea il prof. Massimo Andreoni – Oltre alle misure di contenimento non farmacologiche conosciute durante la pandemia (mascherine, lavaggio mani, distanziamento) e ai vaccini, si deve considerare anche la prevenzione farmacologica. In questo ambito meritano una menzione particola la Profilassi Pre-Esposizione (PrEP) contro l’HIV, che permette nella popolazione con comportamenti a rischio di prevenire il contagio, e gli anticorpi monoclonali, che durante la pandemia hanno svolto una funzione decisiva nel limitare la diffusone di malattia severa in pazienti immunocompromessi dove la protezione dei vaccini era limitata”.
L’impegno per una nuova sanità
L’incontro istituzionale “Prevenzione: obiettivo primario il paziente fragile. Nuove strategie ed approcci”, secondo appuntamento de “La Sanità che vorrei”, curato da Aristea International, si è tenuto il 18 ottobre presso il Ministero della Salute. “Con questo progetto ci impegniamo in una concreta riflessione sulle emergenze infettivologiche da affrontare nell’immediato futuro – sottolinea il prof. Claudio Mastroianni – Tra i temi affrontati in questo ciclo di incontri, infatti, vi sono antimicrobico resistenza, prevenzione, nuovi strumenti terapeutici, screening nelle malattie infettive come intervento di sanità pubblica, infezioni emergenti e riemergenti, cambiamenti climatici e tropicalizzazione del clima, Digital Healt, Federalismo regionale, rapporto tra ospedale e territorio, formazione del personale medico, gestione dei PS, trattamento di cronicità e acuzie: tematiche di ineludibile attualità, rispetto alle quali non possiamo sottrarre le nostre riflessioni. Il Covid ha dimostrato come sia indispensabile un approccio multidisciplinare dal punto vista scientifico e dal punto di vista della governance un’interazione tra clinici, istituzioni, autorità sanitarie, società civile”.