Prof. Salvatore Sansalone, specialista in Andrologia e Urologia Università di Tor Vergata, consulente urologo del Ministero della Salute: “Le conseguenze dell’infezione possono essere una lesione asintomatica in cui il maschio è un portatore sano che funge da serbatoio trasmettendolo alla partner, oppure una lesione manifesta con condilomi, tumori e papillomi faringei”
Roma, 12 luglio 2020 – Al rischio di condilomi e tumori come conseguenza di una infezione genitale da papillomavirus (HPV), nell’uomo si aggiunge anche la minaccia dell’infertilità.
“Il virus dell’HPV si lega agli spermatozoi, riducendone la capacità fecondante – spiega il prof. Salvatore Sansalone Specialista in Andrologia all’Università di Tor Vergata a Roma – La stagione estiva è quella in cui si vedono moltiplicare esponenzialmente le infezioni a causa di comportamenti sessuali disinvolti e rapporti non protetti”.
L’HPV nell’uomo non solo è una spiacevole infezione: i ceppi 6 e 11 a basso potenziale oncogeno sono responsabili di circa il 90% delle infezioni. Circa il 65-70% degli uomini contrae una infezione nel corso della vita, e molti studi hanno ormai verificato la presenza del DNA del virus nel liquido seminale.
Le conseguenze dell’infezione possono essere una lesione asintomatica in cui il maschio è un portatore sano che funge da serbatoio trasmettendolo alla partner, oppure una lesione manifesta con condilomi, tumori e papillomi faringei (10,1% nell’uomo vs il 3,4% nelle donne e nel 15-20% di quelli che non riescono a procreare).
L’HPV è stato rilevato nel liquido seminale e il circa il 10% dei maschi sessualmente attivi, il virus ha la capacità di legarsi agli spermatozoi influenzando negativamente la vitalità spermatica, la morfologia, la motilità e aumentando la frammentazione del loro DNA.
Secondo uno studio apparso su Biomedical Research, su 229 campioni di liquido seminale si è proposto di ricercare la presenza di DNA del virus che è stato riscontrato nel 16,6% dei casi: anche quelli con un solo ceppo a basso rischio presentavano una viscosità alterata mentre quelli positivi a più ceppi presentavano ipospermia e altri fattori prognostici negativi. Mentre un’altra ricerca ha riscontrato una prevalenza di DNA del Papillomavirus nel liquido seminale nel 11,4% nella popolazione generale e nel 20,4% dei pazienti inferitili.
“Già lo scorso anno l’OMS aveva diffuso i numeri delle infezioni sessuali calcolandone un milione di casi ogni giorno nel mondo (nella fascia di età tra i 18 e i 49 anni e senza includere proprio l’infezione da HPV) ma sappiamo che in estate i numeri aumentano e non solo tra i giovanissimi” prosegue Sansalone.
Il 15-20% dei teenager confonde la contraccezione con la prevenzione delle infezioni trasmesse sessualmente: la pillola quindi protegge da una gravidanza indesiderata ma nulla può contro le infezioni da patogeni tipiche come clamidia, papillomavirus e la sifilide, una vecchia conoscenza tornata alla ribalta negli ultimi anni. Uno su dieci inoltre non usa il preservativo (dati Società Italiana di Contraccezione) e la maggior parte dei maschi ritiene che l’HPV colpisca solo il sesso femminile.
Da un punto di vista anagrafico, sono i giovani, in generale, i principali protagonisti del sesso a rischio durante i mesi estivi, soprattutto nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni. Proprio l’HPV è quella maggiormente diffusa e per la quale oggi esiste un vaccino dapprima offerto alle ragazze per proteggerle dal rischio di condilomi e tumori della cervice uterina e dell’ano e oggi consigliata anche alla giovane popolazione maschile.
Se il rapporto non è consumato con il partner abituale il preservativo è indispensabile sia nei rapporti anali che vaginali, ma è fortemente consigliato anche nei rapporti orali, che sono ad alto rischio per alcune infezioni come la sifilide e la gonorrea. Tutte le infezioni sessualmente trasmesse, oltre all’HIV, sono in aumento: i centri infettivologici italiani negli ultimi 3-4 anni hanno notato un incremento pari a più del doppio dei casi di sifilide così come sottolineato dall’Italian Conference on AIDS and Antiviral Research e da società scientifiche come ADOI, l’Associazione Dermatologi Ospedalieri Italiani.
Che cos’è l’HPV
Esistono più di 100 ceppi di virus HPV che vengono trasmessi sessualmente o attraverso qualsiasi contatto pelle a pelle nell’area genitale. Gli HPV a basso rischio causano principalmente la formazione di verruche su genitali, ano, bocca e gola, mentre i ceppi ad alto rischio, come il 16 e il 18, sono associati a tumori.
Come si trasmettono le infezioni
Le infezioni sessualmente diffuse si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale), tramite lo sperma, la secrezione pre-spermatica, le secrezioni vaginali, la saliva, o con il contatto diretto della pelle nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e della bocca.
Altra via di ingresso nell’organismo è il sangue (tramite contatto con ferite aperte e sanguinanti, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing eseguiti in ambienti non adeguati) e con il passaggio dalla madre al nascituro durante la gravidanza, il parto o l’allattamento.