Siamo nel pieno della stagione delle malattie respiratorie virali, che ha come protagonisti l’influenza, le sindromi para-influenzali, il SARS CoV-2, il virus respiratorio sinciziale (RSV). Complici anche le feste e gli abbracci delle feste, il contagio è sempre dietro l’angolo. Ma c’è chi è più a rischio degli altri, come le persone affette da neoplasie ematologiche. Che dovrebbero proteggersi con grande attenzione perché per loro le malattie virali possono essere davvero pericolose. Lo dimostra uno studio appena pubblicato su American Journal of Hematology
Roma, 27 dicembre 2024 – Si chiamano CARV, o infezioni virali respiratorie acquisite in comunità e rappresentano una minaccia per gli anziani e per i più fragili, come le persone affette da malattie oncoematologiche (mielomi, linfomi, leucemie croniche). Un fatto noto da tempo, ma adesso c’è chi è andato a quantificare questo rischio.
“Per alcuni anni, a partire dal 2021 – ricorda il prof. Livio Pagano, Associato di Ematologia Università Cattolica, direttore della UOC di Ematologia geriatrica ed emopatie rare Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e corresponding author del lavoro pubblicato su American Journal of Hematology, una delle principali riviste di settore – abbiamo raccolto la casistica del Covid nei pazienti ematologici, per un totale di 9.000 casi (lavoro pubblicato di recente su eClinical Medicine). Ma il Covid ha anche risvegliato l’interesse per le infezioni virali nei pazienti ematologici nei quali, fino a qualche anno fa venivano attenzionate soprattutto le infezioni batteriche multi-resistenti e quelle fungine. Abbiamo dunque voluto estendere il nostro registro sul Covid (EPICOVIDEHA) ad altre infezioni respiratorie virali per studiare il loro impatto clinico nei nostri pazienti”.
“A partire dall’ultima stagione autunno-inverno (ottobre 2023-marzo 2024), abbiamo così istituito il registro EPICOVIDEHA-EPIFLUEHA, raccogliendo oltre 1.300 casi di pazienti europei con patologie ematologiche e infezioni virali respiratorie – prosegue Pagano – La scorsa stagione, a farla da padrone è stato ancora il Covid con oltre 600 casi raccolti nel registro, seguito da influenza, RSV e altre forme virali. Ma i dati raccolti hanno evidenziato che il tasso di mortalità è maggiore per l’influenza e le sindromi para-influenzali, che per il Covid-19; forse perché per il Covid oggi c’è maggior attenzione, diagnosi rapida e farmaci efficaci; inoltre in questi anni si è sviluppata anche un’immunità di gregge. Per l’influenza invece non è così. E il dato drammatico è che il 95% dei pazienti ricoverati per infezioni virali non risultava vaccinato contro l’influenza, né contro il Covid, mentre questo avrebbe potuto proteggerli da un’infezione potenzialmente fatale per loro”.
Lo studio appena pubblicato ha esaminato 1.312 pazienti con patologie oncoematologiche colpiti da infezioni respiratorie virali durante la stagione autunno-inverno 2023-24. Nel 60% dei casi è stato necessario il ricovero, nel 13,5% dei casi in terapia intensiva. Il tasso di mortalità complessiva è stato del 10,6% (21,3% per i virus parainfuenzali, 8,8% per l’influenza, 7,1% per il metapneumovirus, 5,9% per l’RSV, 5% per il Covid). I soggetti più a rischio di prognosi sfavorevole sono risultati i fumatori, quelli con grave riduzione dei linfociti, con infezioni batteriche secondarie e quelli ricoverati in terapia intensiva. “Questo studio – sottolinea il prof. Pagano – dimostra la gravità del rischio che le CARV comportano per i pazienti con malattie onco-ematologiche, soprattutto per quelli in corso di trattamento. Gli alti tassi di ricovero e mortalità evidenziano la necessità di una miglior prevenzione (attraverso i vaccini), diagnosi precoce e terapie a target”.
Anche alla luce dei dati raccolti da questo studio, è dunque fondamentale che le persone con malattie onco-ematologiche si vaccinino contro tutte le malattie respiratorie virali (influenza, RSV e Covid) e che lo facciano anche i loro caregiver e familiari. “È la soluzione migliore – conclude il prof. Pagano – per difendersi da queste infezioni. Tutte le persone che devono effettuare un trattamento chemioterapico per una malattia onco-ematologica devono vaccinarsi perché queste infezioni, oltre a mettere a rischio la loro vita, compromettono la continuità terapeutica, portando ad un ritardo nelle cure ed esponendoli al rischio di infezioni batteriche e fungine secondarie. Le infezioni respiratorie virali possono fungere infatti da porta d’ingresso per altre infezioni perché riduce le difese immunitarie del paziente”.