Circa il 10% dei casi è affetto da Bocavirus umano, un ruolo importante lo assume poi l’Enterovirus D68.
Durante il Congresso ICAAC/ICC che si chiude oggi a San Diego sono stati presentati i risultati di un recente studio italiano coordinato dalla prof.ssa Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente WAidid, Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici
Milano, 21 settembre 2015 – Le infezioni respiratorie presentano la massima incidenza proprio in età pediatrica e, in particolare, nei primi anni di vita. Nell’80% dei casi gli agenti eziologici delle infezioni respiratorie sono rappresentati dai virus, come virus respiratorio sinciziale, virus influenzali e parainfluenzali, Adenovirus e Rhinovirus. Ma non solo.
I dati emersi da una ricerca sui virus emergenti a cura dell’équipe dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura del Policlinico dell’Università degli Studi di Milano, presentati a San Diego al Congresso ICAAC/ICC e recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista internazionale PloS One, hanno evidenziato che nel nostro Paese circa il 10% dei casi di infezioni respiratorie in età pediatrica sia causato dal Bocavirus umano (HBoV) che è in grado di provocare infezioni alle alte e basse vie respiratorie.
“Nei casi di infezioni respiratorie, soprattutto in età pediatrica – sottolinea Susanna Esposito – la diagnostica di laboratorio assume un ruolo fondamentale. Al fine di poter avviare rapidamente una terapia mirata e per gestire adeguatamente il piccolo paziente, è necessario usare metodi diagnostici che permettano una identificazione multipla, rapida ed efficace dei possibili virus. Essere curati con tecniche diagnostiche sofisticate vuol dire anche ridurre i tempi di ospedalizzazione e di conseguenza i costi, e consente di evitare spesso la somministrazione di una terapia antibiotica inappropriata, prevenendo quindi fenomeni di farmaco-resistenza”.
I dati della ricerca hanno evidenziato che su un campione di quasi 2.000 bambini, che negli ultimi tre anni a causa di patologie respiratorie sono arrivati al pronto soccorso della Clinica De Marchi, struttura clinica pediatrica di eccellenza in Lombardia e fiore all’occhiello del Policlinico di Milano, circa il 10% dei casi era affetto da Bocavirus umano: l’82,7% riguardava bambini al di sotto dei 3 anni, mentre il 17,3% bambini dai 3 anni in su. Ed ancora, secondo i dati emersi, nel 54,2% dei casi si trattava di un unico virus, mentre nel 45,8% il Bocavirus umano era associato ad uno o più virus.
Tra i virus emergenti, secondo i dati della ricerca, un ruolo importante lo assume poi l’Enterovirus D68, che nel 2014 negli Stati Uniti ha causato una grave epidemia di infezioni respiratorie associate a manifestazioni neurologiche causando la morte di quattro bambini. Si tratta di un agente infettivo che, se pur relativamente raro anche in Europa ha causato infezioni respiratorie gravi, almeno 2 casi di meningoencefaliti, oltre a due decessi.
“Nelle forme respiratorie, la prevenzione – precisa Susanna Esposito – è fondamentale, per evitare eventuali rischi di complicanze che le sindromi influenzali possono causare durante la stagione invernale nei primi anni di vita. Al riguardo, la vaccinazione contro l’influenza risulta utile per ridurre le manifestazioni cliniche gravi legate all’influenza in tutti i bambini che frequentano i primi anni della comunità scolastica, per contenere i costi della malattia e per evitare la sua trasmissione all’interno del nucleo familiare. Da quest’anno sarà disponibile anche nel nostro Paese il vaccino antinfluenzale quadrivalente, in cui sono inseriti due ceppi virali di tipo B, oltre ai tradizionali virus influenzali A(H1N1) e A(H3N2). Questa novità permetterà di aumentare l’efficacia della vaccinazione nei confronti dell’influenza evitando casi di malattia non coperti dal vaccino antinfluenzale trivalente”.
Come segnalato dalla Circolare del nostro Ministero della Salute recentemente diffusa, sebbene i casi gravi e le complicanze dell’influenza siano più frequenti nei soggetti al di sopra dei 65 anni di età e nei soggetti con condizioni a rischio (diabete, malattie immunitarie o cardiovascolari e respiratorie croniche), recenti studi internazionali hanno messo in evidenza un aumentato rischio di malattia grave anche nei bambini sani molto piccoli e nelle donne incinte. Inoltre, casi gravi di influenza si possono verificare anche in persone sane di qualsiasi età e, quindi, anche in assenza di patologia cronica il vaccino antinfluenzale è comunque utile.
Nel vaccino antinfluenzale quadrivalente, che negli Stati Uniti è disponibile già da due stagioni e che è stato approvato dall’EMA pochi mesi fa, saranno inclusi i ceppi virali A/California/7/2009 (H1N1), A/Victoria/361/2011(H3N2), B/Massachusetts/2/2012 e B/Brisbane/60/2008.
In generale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha fissato per i vari paesi gli obiettivi di copertura per la vaccinazione antinfluenzale: il 75% come obiettivo minimo perseguibile e il 95% come obiettivo ottimale negli ultrasessantacinquenni e nei gruppi a rischio.
fonte: ufficio stampa