Grazie alla ricerca, esistono nuove metodiche capaci di individuare precocemente il virus HPV e le sue manifestazioni anali: presso l’Ospedale Luigi Sacco entro il 2024 saranno trattati circa 300 pazienti con lesioni anali precancerose con laser CO2
Milano, 29 novembre 2023 – La Giornata Mondiale Contro l’AIDS è un’occasione importante per sensibilizzare il pubblico e per promuovere l’importanza della prevenzione, della cura e del sostegno alle persone che vivono con questa malattia. “In Italia, come in tutto il mondo, l’HIV/AIDS rappresenta una sfida importante per la salute pubblica. Ringrazio il personale medico ed infermieristico dell’ASST Fatebenefratelli Sacco per l’importante attività di assistenza e cura dei pazienti affetti dal virus, che pone questa azienda fra le eccellenze italiane del settore”, afferma Maria Grazia Colombo, commissario straordinario della ASST.
Nel 2022, sono 1.888 le nuove diagnosi di infezione da HIV. L’incidenza (casi/popolazione) delle nuove diagnosi HIV è in diminuzione dal 2012, con una riduzione più evidente dal 2018 al 2020 e un leggero aumento negli ultimi due anni post Covid-19. L’Italia, in termini di incidenza delle nuove diagnosi HIV, nel 2022 si colloca al di sotto della media stimata dei Paesi dell’Europa occidentale e dell’Unione Europea (5,1 casi per 100.000 residenti in entrambe le aree).
Nel 2022, l’incidenza più elevata di nuove diagnosi HIV si riscontra nella fascia di età 30 39 anni, mentre fino al 2019 si riscontrava nella fascia di età 25 29 anni.
Dichiara Giuliano Rizzardini, capo dipartimento delle Malattie Infettive della ASST Fatebenefratelli Sacco di Milano: “Per quanto riguarda il Sacco nel 2023, sino ad oggi, abbiamo seguito una coorte di 6.412 pazienti il 97,5 % dei casi in trattamento con antiretrovirali; di quelli in trattamento il successo della terapia è stato osservato nel 96% dei casi. Rimane aperta la problematica che più dl 50% dei casi di nuovo riscontro arriva tardi alla diagnosi (sistema immunitario già compromesso ), rendendo più difficile il successo. Di fondamentale importanza l’utilizzo, quindi, più diffuso del test nella popolazione”.
I dati ci dicono che l’HIV/AIDS rimane una malattia significativa nel nostro Paese e che dobbiamo continuare a lavorare per combatterla Presso l’Ospedale Sacco, i medici delle Unità Operative di Malattie Infettive (Direttori Spinello Antinori, Andrea Gori, Giuliano Rizzardini) e di Chirurgia Generale (Direttore Piergiorgio Danelli) gestiscono da anni un percorso di screening del cancro dell’ano per le popolazioni a rischio, in particolare persone con infezione HIV, che prevede l’esecuzione di test rapidi per l’identificazione della presenza e del tipo di HPV e stimare il rischio di sviluppare lesioni. Per alcuni pazienti il percorso prosegue con l’esecuzione di anoscopia ad alta risoluzione, con la biopsia e con trattamenti ambulatoriali o chirurgici.
L’HPV (Human Papilloma Virus), già noto per causare i tumori della cervice uterina, è responsabile anche della comparsa dei tumori anali. Il virus dell’HPV si trasmette principalmente, ma non esclusivamente, per via sessuale, attraverso il contatto con la pelle e le mucose. Nella maggior parte dei casi l’infezione è asintomatica, mentre in alcune persone può determinare la formazione di condilomi (verruche genitali) oppure di lesioni precancerose che nel tempo possono trasformarsi in tumori.
Gli uomini omosessuali con infezione da HIV rappresentano la categoria più a rischio di contagio da HPV e di sviluppo del tumore dell’ano, ma anche tra gli uomini eterosessuali e le donne, l’HPV è il principale responsabile di questa neoplasia. Si stima infatti che nei paesi occidentali l’incidenza annuale del tumore dell’ano sia di 1 o 2 persone ogni 100.000 abitanti nella popolazione generale, e che questo data salga a 20 persone ogni 100.000 donne portatrici di HIV e raggiunga 89 persone ogni 100.000 uomini omosessuali con infezione da HIV.
Grazie alla ricerca, esistono nuove metodiche capaci di individuare precocemente il virus e le sue manifestazioni anali (nel 2022 sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine i risultati dell’Anchor Study, eseguito su 4440 pazienti con HIV, che ha dimostrato l’efficacia del trattamento delle lesioni precancerose nel diminuire l’incidenza di cancro dell’ano).
Piergiorgio Danelli, Direttore della U.O.C. Chirurgia Generale dell’Ospedale Luigi Sacco dichiara: “Dal giugno 2023, sia la fase diagnostica sia quella terapeutica, sono state implementate con l’impiego di una nuova stazione integrata per l’esecuzione di anoscopia ad alta definizione con videocamera 4k e per il trattamento delle lesioni con laser CO2 attraverso strumenti dedicati, in piena sicurezza per i pazienti e per gli operatori. In questo modo è possibile monitorare l’evoluzione delle lesioni precancerose intervenendo solo dove necessario e in modo mini-invasivo, agendo prima che l’evoluzione della patologia richieda trattamenti più cruenti”.
“Sono già stati studiati o trattati in questo modo 102 pazienti, e la previsione di attività per il 2024 è di circa 300 pazienti – aggiunge Andrea Bondurri, Responsabile della Struttura Semplice di Chirurgia Coloproctologica – Questo strumento inoltre consente la raccolta di immagini utili per costituire un atlante iconografico sulle lesioni precancerose rilevate tramite anoscopia ad alta risoluzione. Alcune di queste immagini, correlate alla displasia rilevata istologicamente, potranno in futuro consentire l’addestramento di un algoritmo di intelligenza artificiale capace di riconoscere e segnalare autonomamente le aree sospette per displasia. Per l’ottimale presa in carico del paziente è fondamentale il coinvolgimento di più specialisti in tutte le fasi sia di screening sia di terapia: dal 2019 l’unità HPV del Sacco coinvolge oltre a chirurghi e infettivologi anche ginecologi, urologi, otorinolaringoiatri, anatomo-patologi e oncologi.” conclude Bondurri.