Roma, 26 gennaio 2022 – È davvero il caso di dire che la montagna questa volta ha partorito un ridicolo topolino. Ci viene da pensare, ma non vorremmo mai fosse così, che le proposte economiche che abbiamo di fronte, in merito alla tanto attesa revisione del sistema indennitario degli operatori sanitari, ci sono pervenute dall’Aran notte tempo, qualche ora prima della nuova riunione, proprio per i contenuti tutt’altro che edificanti che ci fanno letteralmente strabuzzare gli occhi e sobbalzare dalle sedie!
Ci era stato detto, a più riprese, che le risorse a disposizione erano ben poche, in fondo lo sapevamo: ma qui, ancora una volta, si palesa una situazione delicata. Si parla di pronta disponibilità, ovvero del tempo libero da dedicare alla famiglia che i professionisti della salute destinano invece alle aziende sanitarie per la tutela della salute dei pazienti.
Siamo di fronte a un quadro a dir poco desolante: gli infermieri verrebbero ancora una volta penalizzati, a discapito di una valorizzazione che dovrebbe finalmente arrivare, ma che giorno dopo giorno ancora non si vede concretamente.
È anche l’immagine della categoria che risulta fortemente offuscata dai contenuti inaccettabili di queste proposte. 26 centesimi lordi di aumento di indennità per ogni ora di lavoro notturno! Meno di 1 euro in più sono i lauti compensi previsti per la pronta disponibilità degli operatori sanitari!
Sono queste, caro Ministro Brunetta, le promesse che dovevano rappresentare, a suo dire, la svolta tanto attesa per la sanità italiana?
Ci rivolgiamo anche al Ministro della Salute, Roberto Speranza e al Presidente delle Regioni, Fedriga: è davvero questa la sanità del futuro che voi immaginate per voi stessi, per i vostri figli, per i cittadini? È avvero questa la valorizzazione che intendete riservare agli infermieri italiani e agli altri operatori sanitari? Con una Svizzera, che a due passi da noi, offre al suo personale sanitario stipendi da 2.500 a 4.000 mila euro, per quale ragione un giovane infermiere dovrebbe rimanere nel nostro Paese?
Certo siamo pronti e determinati a vedere cosa accadrà ancora, andando avanti con le trattative, pronti a ricrederci e ad accogliere reali proposte di valorizzazione quando vedremo soldi contanti destinati alle buste paga degli infermieri e degli altri professionisti sanitari, ma al momento tutto questo non si evince ancora!
Qualcuno ricorderà la favola che già abbiamo citato solo 2 settimane fa, del mulo di Esopo che deve percorrere l’impervia salita, totalmente a digiuno, appesantito dai carichi e anche dal peso del corpo del padrone. Ebbene sulla groppa di questo mulo oggi ci sono ben tre padroni. Li conosciamo bene. È così che noi vediamo questa immagine da infermieri, è così che ci sentiamo di voler condividere con l’opinione pubblica la situazione che stiamo vivendo.
Ecco cosa non ci piace di quello che ci è stato proposto oggi.
- Non va bene che l’Aran si ostini a voler togliere agli infermieri turnisti il compenso per il lavoro straordinario effettuato durante i festivi infrasettimanali, facendo in tal modo carta straccia dei traguardi sindacali ottenuti, da ultimo con una specifica sentenza della cassazione. Ancora l’Aran vorrebbe stravolgere (in modo peggiorativo) i criteri di calcolo dello straordinario!
- Non va bene che l’Aran, pretendendo di rideterminare il compenso per il lavoro straordinario, che oggi è rapportato alla retribuzione mensile comprensiva del rateo della tredicesima mensilità, voglia attribuirgli un’unica tariffa, valida per tutti i dipendenti, senza più differenziazione, con il risultato che un infermiere, o un altro professionista sanitario percepiranno, con tutto il rispetto, la stessa tariffa di un ausiliario.
- Non va bene che l’Aran faccia equilibrismo sulle indennità specifiche destinate dalla legge di bilancio 2021 agli infermieri ed alle professioni sanitarie, sostenendo, con dubbia legittimità, che si tratta di un “riconoscimento operato dal contratto”. Sarebbe invece opportuno che si adoperasse, invece di limitarsi a mere enunciazioni, peraltro laconiche perché non parlano ancora di importi, quantificando definitivamente l’importo di tale indennità, da mettere nella disponibilità del tavolo negoziale, integrandola dignitosamente con ulteriori risorse, queste sì contrattuali.
- Stiamo ancora aspettando che l’Aran ci dica cosa vogliono fare dell’incarico professionale che noi abbiamo richiesto, da attribuire a tutti i professionisti sanitari come già accade per i medici, senza distinzioni alcune e senza limitazioni tra un professionista e l’altro.
- Da ultimo, ma non per importanza, abbiamo contestato, sempre all’Aran, il suo silenzio riguardo alla nostra richiesta, su come intende garantire agli infermieri ed alle altre professioni sanitarie gli stessi percorsi di avanzamento di carriera che, invece, vengono previsti per il personale delle aree più basse.
Ma le parole restano ciò che sono, e proprio per questo, caro Ministro Brunetta, venga con noi negli Ospedali Italiani, venga a guardare con i suoi occhi cosa accade sul campo!
Ci premureremo noi di tutelare la sua incolumità, ci prenderemo cura di lei, come facciamo con tutti i cittadini, se avrà paura di infettarsi, ma forse questo è l’unico modo per farLe osservare quali sono i sacrifici ed il lavoro degli infermieri italiani, quelli che Lei pensa di remunerare con un’indennità notturna che vale meno di 3 euro lordi all’ora.
Dove sono finite le promesse arrivate in pompa magna qualche mese fa? È davvero questa la svolta auspicata dal Ministro Speranza e dal Presidente delle Regioni Fedriga?
Gli infermieri Italiani sono stanchi: chiediamo pubblicamente, a questo punto, il sostegno degli organi di stampa, che tanto ci hanno seguito e che ci sono stati vicino fino ad oggi, affinché ci affianchino nel portare avanti questa battaglia che non è più solo sindacale, ma che ha assunto tutti gli aspetti di una battaglia di civiltà.