Come dimostrato dai 150 pazienti curati e analizzati anche dall’Emodinamica della Cardiologia dell’Azienda ospedaliera Santa Maria di Terni, l’Escherichia Coli circola nel sangue dei pazienti con infarto. Scoperta straordinaria che apre la strada a nuove cure nella fase acuta, a un vaccino, ma anche a un nuovo modo di orientare la prevenzione
Terni, 18 gennaio 2020 – Dietro l’infarto c’è l’Escherichia Coli, il ben noto batterio intestinale che favorisce la formazione di coaguli nel sangue. La straordinaria scoperta apre nuovi scenari nel campo della prevenzione e della cura della trombosi coronarica, e nasce da uno studio tutto italiano cui ha partecipato l’Università La Sapienza di Roma e l’Emodinamica di Terni diretta dal prof. Marcello Dominici, con la collaborazione di un team di cardiologi, cardiologi interventisti, anatomopatologi, patologi clinici e biologi coordinati da Francesco Violi, direttore della I Clinica medica del Policlinico universitario Umberto I di Roma.
“Lo studio, i cui risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista di cardiologia European Heart Journal, è stato condotto su un campione di 150 pazienti arruolati in due centri, la Cardiologia di Terni – spiega il direttore Marcello Dominici – e il Policlinico Umberto I di Roma, grazie a una collaborazione scientifica in atto da anni. Lo studio ha dimostrato che nella genesi della trombosi coronarica che causa l’infarto un ruolo importante lo gioca l’Escherichia Coli, un batterio di origine prevalentemente intestinale che entra in circolo nel sangue, determina infezione e innesca la coagulazione all’interno della coronaria. Infatti, in quasi tutti i pazienti con infarto esaminati risultava in circolo nel sangue e nel trombo coronarico una grande quantità di questo batterio, che non era presente invece nel cosiddetto gruppo di controllo, cioè nei soggetti non colpiti dalla patologia”.
Questa scoperta segna l’inizio di un nuovo capitolo della ricerca, con importanti sviluppi in termini di prevenzione e di prospettive terapeutiche delle malattie coronariche, tra cui infarto del miocardio e ictus, che ogni anno colpiscono 100mila italiani.
“Questi risultati, riprodotti anche negli animali – prosegue il prof. Dominici – aprono la strada sia a terapie mirate da somministrare in fase acuta tramite molecole che inibiscono il legame tra batterio e placca arteriosclerotica, sia a un vaccino anti-infarto che prevenga cioè il processo di trombosi delle coronarie”.
Senza considerare che, contestualmente, questa scoperta determina anche un nuovo approccio nella prevenzione generale. Da oggi, infatti, tra i fattori di rischio da tenere sotto controllo per prevenire l’insorgenza delle malattie coronariche ci sono non soltanto l’ipertensione, il fumo, il diabete e il colesterolo alto, ma anche la presenza di Escherichia Coli nel sangue.
La ricerca è durata complessivamente più di cinque anni ed ha impegnato attivamente la struttura cardiologica dell’ospedale di Terni, con le risorse a disposizione e sostenuta da un grande impegno individuale. Peraltro il prof. Dominici ricopre un incarico di insegnamento al corso di laurea in Medicina e Chirurgia di Terni, e questo tipo collaborazione è l’esempio pratico di una sana integrazione università-ospedale di cui si parla da anni e che dovrebbe poter essere riprodotta.