Roma, 20 novembre 2019 – A 30 anni dalla nascita della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, il mondo ha compiuto enormi passi in avanti per proteggere i bambini, tuttavia ancora 1 minore su 3 al mondo si vede negata la propria infanzia a causa di conflitti, violenze, povertà, discriminazioni e degli effetti dei cambiamenti climatici. Bambine e bambini che si vedono strappata di mano, spesso irrimediabilmente, la possibilità di costruirsi il futuro che sognano e al quale hanno pieno diritto.
Oggi, nel mondo, 1 bambino su 5 vive in aree di conflitto e almeno 27 milioni di minori sfollati a causa della guerra non possono più andare a scuola; più di 1 miliardo di bambini vive in contesti flagellati dalla povertà e, solo nel Corno d’Africa, dove imperversano le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici, 6,5 milioni di bambini sono attualmente colpiti dalla fame. Infanzia negata anche a tantissime bambine in tutto il pianeta, spesso vittime di discriminazioni di genere: ad oggi, 120 milioni di ragazze in tutto il mondo, 1 su 10, sono state vittima di stupro o di altri atti sessuali forzati e tra i minori costretti a entrare nei gruppi armati quasi 1 su 3 è una bambina.
Povertà, mancanza di opportunità e violenze riguardano anche i minori nel nostro Paese. In Italia, infatti, oggi più di 1,2 milioni di bambini e ragazzi vivono in povertà assoluta, senza il necessario per condurre una vita accettabile e con gravissime ripercussioni sul loro futuro, anche in conseguenza delle gravi privazioni in termini di opportunità educative, un numero triplicato negli ultimi dieci anni. Una delle piaghe silenziose con cui moltissimi bambini e bambine sono costretti a fare i conti nel nostro Paese, con effetti devastanti anche a lungo termine sul loro sviluppo, è inoltre quella della violenza assistita: in soli cinque anni quasi 500 mila minori hanno assistito a violenza tra le mura domestiche nei confronti delle loro mamme. Più di 1,4 milioni di madri, inoltre, sono state vittime di questa piaga nel corso della loro vita.
Questi alcuni dati che tratteggiano i contorni della condizione dell’infanzia in Italia e nel mondo, su cui Save the Children – l’Organizzazione internazionale che da 100 anni lotta per salvare i bambini a rischio e garantire loro un futuro – vuole tenere alta l’attenzione in occasione del trentesimo anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, grazie a una settimana di mobilitazione, con iniziative ed eventi su tutto il territorio nazionale, e il coinvolgimento di tantissime scuole.
E per celebrare i 30 anni della Convenzione – nata sulla base della Carta dei Diritti del Bambino, la prima carta al mondo che riconobbe come i bambini fossero titolari di diritti, scritta nel 1923 dalla fondatrice di Save the Children Eglantyne Jebb e adottata l’anno dopo dalla Società delle Nazioni – l’Organizzazione diffonde un video con un esperimento sociale, in cui i bambini mettono alla prova i loro genitori, intervistandoli sui loro diritti. Un video che permette di riflettere sulle conquiste fatte per tutelare i diritti di bambini e bambine e sull’importanza di continuare a lavorare perché per ogni minore al mondo sia possibile vivere pienamente la propria infanzia.
“Con la prima carta dei diritti del bambino, Eglantyne Jebb affermò un concetto a dir poco rivoluzionario per i tempi: da quel momento in poi dar da mangiare a un bambino malnutrito e salvargli la vita non doveva più essere un gesto di carità, ma un atto di giustizia. La visione, la determinazione e la tenacia della donna straordinaria che 100 anni fa fondò Save the Children, sono le stesse che oggi continuano a guidare la nostra Organizzazione e ad ispirare il lavoro di ogni nostro singolo operatore sul campo, in Italia così come negli angoli più remoti del pianeta. Nonostante i progressi fatti, il mondo non è ancora in grado di rispondere alle sfide enormi che minacciano l’infanzia. Ancora troppi bambini continuano a morire per cause facilmente prevenibili, a fare i conti con gli orrori della guerra, a vivere ai margini della società e fuori dalla scuola, a essere attanagliati dalle conseguenze della povertà. Tutto questo è semplicemente inaccettabile perché i bambini sono prima di tutto bambini, chiunque essi siano e ovunque essi vivano, e abbiamo la responsabilità di agire con forza e autorevolezza per rispondere a queste sfide”, ha dichiarato Daniela Faterella, Vice Direttrice Generale di Save the Children, che a partire dal 1 gennaio prenderà la guida dell’Organizzazione in Italia.