Prof. Mauro Cervigni, Segretario Scientifico degli uro-ginecologi: “Nel nostro Paese il disturbo femminile colpisce 3 milioni di persone. Servono campagne informative e corsi specifici per medici specialisti”. Presentati, ieri a Roma, i primi risultati di un sondaggio svolto su oltre 2mila donne
Roma, 19 ottobre 2018 – Solo il 30% delle italiane che soffrono di incontinenza si è rivolto ad un medico per trovare una soluzione al disturbo. È questo l’allarme lanciato ieri dall’Associazione Italiana di Urologia Ginecologica e del Pavimento Pelvico (AIUG) che ha illustrato i primi dati di un sondaggio svolto su oltre 2.000 donne residenti nel nostro Paese. L’indagine è portata avanti dalla Società Scientifica grazie al supporto di Senior Italia e Coldiretti Donne Impresa. La presentazione è avvenuta nella splendida cornice di Roma Eventi (a Piazza di Spagna) durante un corso organizzato da AIUG e destinato a 200 professionisti del settore.
“L’incontinenza è un problema che interessa più di 3 milioni di donne solo nel nostro Paese – afferma il prof. Mauro Cervigni, Segretario Scientifico dell’AIUG – Oltre a provocare disagi nelle azioni più comuni della vita quotidiana rappresenta un serio problema di salute che non può essere sottovalutato. Vanno quindi svolte corrette campagne informative destinate alla popolazione femminile. È fondamentale soprattutto far comprendere alle pazienti che dalla malattia si può guarire e che quindi bisogna superare l’imbarazzo e parlarne con un medico. Per questo l’AIUG è impegnata sul fronte della comunicazione nelle piazze italiane dei mercati Coldiretti dove ostetriche e uro-ginecologi incontrano le donne”.
“Anche la formazione e l’aggiornamento continuo dei professionisti del settore è altrettanto importante – aggiunge il prof. Marzio Zullo, del Direttivo AIUG e Presidente del corso di Roma – Contro l’incontinenza oggi abbiamo a disposizione trattamenti sia medici che chirurgici molto efficaci. E negli ultimi anni sono emerse novità molto importanti nella pratica clinica. Il trattamento della patologia deve essere sempre più affrontato da medici con competenze specifiche”.