Roma, 28 aprile 2023 – In Italia è prioritario implementare il numero e il funzionamento dei Molecular Tumor Board. Per ora sono attivi solo 20 di questi gruppi multidisciplinari in cui si discutono i casi di pazienti che possono trarre beneficio dalla selezione dei trattamenti anticancro attraverso i test di profilazione molecolare.
Vi è una forte disparità nei livelli d’assistenza garantiti e non vi è una copertura uniforme del territorio nazionale. Non sono presenti in tutte le Regioni come invece è stato stabilito da un Decreto Ministeriale. Non solo. Bisogna che i Molecular Tumor Board lavorino con un approccio interdisciplinare.
Quindi i singoli specialisti (oncologi, genetisti, biologi molecolari, anatomo patologici, tecnici informatici, big data manager, ingegneri e fisici) devono raccogliere più informazioni possibili. Queste devono poi essere elaborate e integrate tra loro, in base alle singole competenze, per consentire al paziente di ricevere il migliore e più efficace trattamento possibile.
È quanto emerge oggi in occasione dell’apertura del meeting internazionale “Italian Summit On Precision Medicine”. Per due giorni a Roma si riuniscono oltre 100 tra i massimi esperti italiani ed europei con l’obiettivo di creare un ponte tra ricercatori di base, professionisti che lavorano con le nuove tecnologie, medici e operatori sanitari.
“Grazie a tecniche innovative di sequenziamento genetico, come la Next Generation Sequencing (o NGS), abbiamo a disposizione una grande mole di informazioni sulla singola neoplasia – afferma Paolo Marchetti, Direttore Scientifico IDI di Roma, Professore Ordinario f.r. di Oncologia all’Università La Sapienza di Roma e Presidente della Fondazione per la Medicina Personalizzata – La medicina di precisione sta assumendo un ruolo fondamentale nella lotta ai tumori ma non può essere considerata solo come la ricerca di bersagli molecolari a cui associare le terapie. Uno dei nostri obiettivi deve essere capire i motivi per i quali un paziente non risponde positivamente ad una cura anche in presenza di un bersaglio e di un relativo farmaco attivo. Anche per questo sono fondamentali i Molecular Tumor Board che però non devono diventare un inutile appesantimento burocratico. Possono invece dare un supporto concreto per favorire una scelta terapeutica più appropriata”.
“La medicina di precisione non può rimanere un principio astratto ma diventare una realtà nella pratica clinica quotidiana degli oncologi – prosegue Giuseppe Curigliano, Direttore della Divisione Nuovi farmaci per Terapie Innovative dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano – La ricerca medico-scientifica ha fatto passi da gigante negli ultimi anni e dobbiamo sempre più tenere conto di molti aspetti sulla natura biologica e molecolare dei vari tumori. Conosciamo più approfonditamente alcuni meccanismi, intrinseci alle cellule cancerogene, che riescono a regolare l’evoluzione della malattia ed eventualmente anche la resistenza ai trattamenti. Spesso i nostri pazienti presentano comorbilità croniche e quindi assumono farmaci per la cura di altre malattie. C’è quindi l’assoluta necessità di ottenere la così detta “riconciliazione terapeutica”. Vi sono poi sistemi complessi come il microbiota che gioca un ruolo fondamentale nei meccanismi di resistenza o sensibilità all’immunoterapia”.
“I nuovi esami come NGS presentano adesso costi relativamente contenuti – prosegue il prof. Marchetti – Le informazioni che otteniamo sono maggiori ma è necessario darne una corretta interpretazione in modo che si traducano davvero in benefici clinici. Il lavoro di squadra dei Molecular Tumor Board può mettere il paziente in condizione di rispondere positivamente ad un trattamento innovativo. Tutto ciò deve però essere dimostrato “sul campo” attraversa la continua produzione di nuovi studi ed evidenze scientifiche”.
Italian Summit On Precision Medicine è giunta nel 2023 alla sua quarta edizione ed è il principale incontro nazionale dedicato all’oncologia di precisione. “Per l’edizione di quest’anno abbiamo deciso di concentrarci sull’approccio agnostico alla cura del cancro – prosegue il prof. Curigliano – I farmaci ‘agnostici’ rappresentano la nuova era delle terapie e non colpiscono un solo tipo di tumore, come fa la gran parte dei medicinali attuali. Vanno a bersagliare un gruppo di geni mutati, potenzialmente responsabili dello sviluppo della malattia. Si tratta di geni “ubiquitari” che sono cioè comuni a diversi tumori, indipendentemente dall’organo in cui originano. L’accesso dei pazienti a queste nuove terapie deve iniziare con l’esecuzione di un test di profilazione genomica, prosegue con l’interpretazione dei dati per arrivare infine alla scelta terapeutica”.
“È un approccio totalmente nuovo e un’ottima dimostrazione dei risultati straordinari ottenuti dall’oncologia di precisione – conclude il prof. Marchetti – Il punto chiave di questo processo è rappresentato dalla profilazione genomica e perciò la selezione dei pazienti, a cui effettuare o meno i test genomici, risulta fondamentale”.